Sostenibilità

L’infinita guerra del Morellino

Senza fine

di Redazione

La guerra del Morellino è cominciata ormai quattro anni fa. Ed è diventata un po’ il simbolo di tutte le controversie sull’eolico, capace di spaccare anche un fronte tradizionalmente molto compatto come quello ambientalista. È il 2005 quando Jacopo Biondi Santi (nella foto), uno dei più noti produttori di Brunello e Morellino, annuncia il suo ricorso al Tar contro il Parco eolico dei Poggi Alti, nel comune di Scansano, nel pieno della Maremma interna, a due passi dai suoi vigneti e dal suo castello. Secondo Biondi Santi l’impianto avrebbe costituito «uno scempio di un suggestivo paesaggio e di una valle incontaminata». A suo parere, inoltre, «l’installazione delle torri altera il microclima», con conseguenze pesanti sulla preziosa viticoltura della zona. Al suo fianco si schierano, ovviamente, gli agricoltori ma anche, un po’ a sorpresa, un’associazione come Italia Nostra, che da allora non si è più scostata di molto dalla sua posizione tendenzialmente contraria alle pale. Sull’altro fronte il Comune, la Regione e le principali associazioni ambientaliste, come Legambiente e WWF.
La battaglia è stata lunga e complessa, a colpi di carte bollate, ricorsi al Tar, appelli al Consiglio di Stato, polemiche sui giornali, non solo locali. All’inizio di quest’anno la Regione ha riconfermato l’autorizzazione al funzionamento dell’impianto, dopo una sentenza del Consiglio di Stato e un monitoraggio dell’avifauna realizzato proprio in esecuzione di tale sentenza. Le pale delle dieci torri, realizzate dal gruppo spagnolo Endesa (oggi di proprietà dell’Enel), girano quindi regolarmente, producono 20 MW di energia, con l’obiettivo di rendere autosufficienti, dal punto di vista energetico, i comuni di Scansano e quelli limitrofi e di far risparmiare 28mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica all’anno. Le pale girano, ma le carte bollate non si fermano: Jacopo Biondi Santi e Italia Nostra, con due distinti ricorsi al Tar, reputano illegittima la nuova autorizzazione concessa dalla Regione, perché i precedenti rilievi del Tar e del Consiglio di Stato non sarebbero stati presi in considerazione. Il Tar ha rinviato la discussione a fine anno. Ma ha respinto la richiesta di bloccare l’impianto. Solo un armistizio, nella guerra del Morellino.


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