Famiglia

«L’infanzia sia al vertice dell’agenda politica»

L'appello lanciato dal terzo convegno TFIEY, il forum transatlantico sulle politiche per lo sviluppo dell’educazione e della cura della prima infanzia. «I servizi del futuro devono essere diversi da quelli che abbiamo conosciuto finora, improntati alla felssibilità», ha sottolineato Tiziano Vecchiato di Fondazione Zancan

di Vittorio Sammarco

L’investimento sociale e pedagogico nella prima infanzia (0-6 anni) è fondamentale perché influenza gli esiti nel corso della vita, i risultati scolastici e contribuisce a ridurre le disuguaglianze. E le conoscenze multilinguistiche sono un pezzo importante di un percorso formativo di qualità. “Un’occasione di sviluppo sociale, culturale e intellettuale per tutti i bambini e le bambine di oggi”, è una grande opportunità di coesione sociale, ha detto la professoressa Susanna Mantovani, dell’Università Bicocca di Milano, al convegno “Sistemi integrati e multilinguismo nei servizi della prima infanzia”, organizzato alla Camera dal Progetto internazionale TFIEY (Transatlantic Forum on Inclusive Early Years) che mira da più di tre anni ad andare “oltre il presente, per un futuro diverso per coltivare la vita”.

“I servizi all’infanzia sono palestre di opportunità e la formazione degli educatori, insegnanti e genitori è una sfida su cui investire”, ha sottolineato Mantovani, eppure in Italia non si fa abbastanza per investire in questo settore (solo il 17% di bambini, ad esempio, accede agli asili pubblici contro il 35% della Francia) e quello che si spende si spende male.

“Non sono state trovate ancora soluzioni e abbiamo la necessità di trovare nuove soluzioni – ha detto Tiziano Vecchiato della Fondazione Zancan – altrimenti non ce la facciamo in un clima di recessione del welfare. I servizi del futuro devono essere diversi da quelli che abbiamo conosciuto finora, e che prevedono soluzioni standardizzate, codificate, e certificate, tutto per far diventare rigidi i controlli. Ma la vita che cresce non è così. E’ flessibile, e in questo senso dobbiamo andare”. “Bisogna innovare – sottolinea – con approcci generativi, che passino dal dire al fare, per alimentare sistemi di fiducia”. “I sistemi integrati – conclude Vecchiato – ce la faranno se mettono la persona e non solo la comunità al centro. Il futuro è nelle nostre mani, se sapremo costruire modi diversi di pensare i servizi e di pensare la persona.” E in questo, secondo la Fondazione Zancan, sta proprio il valore del progetto TFIEY

Ma cos’è TFIEY? Il Transatlantic Forum on Inclusive Early Years, è un progetto internazionale (costituito da Fondazioni di Olanda, Belgio, Danimarca, Svizzera, Portogallo, Germania e Usa) coordinato dalla Fondazione “Re Baldovino” (per l’Italia partecipano la Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo sviluppando anche azioni in partenariato con l'accompagnamento scientifico della Fondazione Zancan e dal 2014 con Fondazione con il Sud e la collaborazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo), che sviluppa progetti e iniziative di coinvolgimento di esperti, operatori, decisori politici, nel monitoraggio di politiche per lo sviluppo dell’educazione e della cura della prima infanzia con particolare riferimento a bambini appartenenti a famiglie migranti in situazione di disagio.

A livello italiano ha l’obiettivo di diffondere buone pratiche e raccomandazioni elaborate a livello internazionale e operare affinché il tema della povertà infantile abbia priorità nell’agenda delle politiche nazionale del nostro paese, creando tavoli di discussione permanente tra decisori politici e operatori.

Per Piero Gastaldo, Segretario Generale della Compagnia di San Paolo, investire sull'infanzia "non può essere un tema tra tanti nell'agenda politica, soprattutto in un paese come il nostro che ha un tasso di natalità molto basso”; “Per questo il ruolo delle Fondazioni – ha aggiunto – è innovativo, perché possiamo essere duttili, flessibili e strategici. All'interno del progetto TFIEY, abbiamo creato una comunità che ci consente di confrontarci e sperimentare. La forza di questo progetto è che ci permette di creare processi condivisi di apprendimento, guardando a quello che succede in Europa, rapportandoci con realtà che hanno grandissima esperienza nell'ambito dell'infanzia, ma anche all'interno dei nostri stessi confini". Ma il confronto e l'apprendimento da soli non bastano: "La sfida è di riuscire a sostenere processi di innovazione ed è quello che stiamo facendo sostenendo le esperienze più significative su scala locale, regionale e nazionale".

Ora, dopo tre anni di lavoro (7 forum internazionali, seminari, conferenze annuali, 96 esperienze valutate per la loro innovatività e oltre 10 raccomandazioni per politici e amministratori, dirigenti e operatori dei servizi, organizzazioni di advocacy) TFIEY inaugura una nuova fase dell'iniziativa attraverso la promozione in modo congiunto e coordinato del bando nazionale "Infanzia Prima".

Il bando consente “a partenariati territoriali e progetti esemplari sviluppati in diverse aree italiane di sperimentare soluzioni altamente innovative di investimento per la fascia di età 0-6 anni, con la possibilità di mettere a punto servizi e offerte potenzialmente rimodulabili su altri territori, capaci di generare meccanismi di partecipazione attiva dei soggetti coinvolti è quindi di contribuire alla loro sostenibilità nel medio-lungo termine e con un impatto sociale effettivamente misurabile su bambini e famiglie dei territori interessati.”

Le idee progettuali relative alle sperimentazioni nell'ambito del bando devono esser presentate non oltre il 15 febbraio 2016.

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