Politica

LInee guida legge 40: tutte le novit

La Pma accessibile anche alla coppia in cui l’uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili. La resa del Css

di Sara De Carli

Ecco le principali novità delle nuove linee guida:

  • la possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) viene estesa anche alla coppia in cui l?uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili, e in particolare del virus HIV e di quelli delle epatiti B e C, riconoscendo che tali condizioni siano assimilabili ai casi di infertilità per i quali finora era limitato il ricorso alla PMA.
  • l?indicazione che ogni centro per la PMA debba assicurare la presenza di un adeguato sostegno psicologico alla coppia, predisponendo la possibilità di una consulenza da parte di uno psicologo adeguatamente formato nel settore.
  • l?eliminazione dei commi delle precedenti linee guida che limitavano la possibilità di indagine a quella di tipo osservazionale e ciò a seguito delle recenti sentenze di diversi tribunali e in particolare di quella del TAR Lazio dell?ottobre 2007. Questa sentenza come è noto ha infatti annullato le linee guida precedenti proprio in questa parte, ritenendo tale limite non coerente con quanto disposto dalla legge 40.

Nella sua relazione di aprile il CSS prende atto della modifica fatta alle linee guida precedenti, con l’eliminazione del comma che esclude la diagnosi preimpianto dicendo che «ogni indagine relativa allo stato di salute degli embrioni creati in vitro, ai sensi dell?articolo 14, comma 5, dovrà essere di tipo osservazionale». Ma ecco come ne esce: «sentito il Capo dell?Ufficio Legislativo, avvocato Raffaele Tamiozzo, sui presupposti giuridici sottesi alla precitata modifica, nel merito dei quali il Css, organismo di natura squisitamente tecnico-scientifica, non è legittimato ad esprimersi».

Nel documento di luglio il Css, su questo tema specifico, non menzionava l’apertura alla diagnosi preimpainto ma proponeva un’alterntaiva: «Suggerisce di implementare, a scopo di ricerca, lo studio del primo corpuscolo polare (che contiene il patrimonio genetico materno ed è espulso dall?ovocita nel corso della prima divisione meiotica, prima della fecondazione), per attingere informazioni su importanti patologie, quali le traslocazioni bilanciate e le malattie monogeniche e X-linked dominanti». Un suggerimento lasciato cadere nel vuoto insieme a quello che – visto lo stress psicologico e le conseguenze pesanti di una iperstimolazione ovarica – consigliava di «implementare gli studi sulle tecniche di crioconservazione e scongelamento degli ovociti, per garantirne una migliore qualità in caso di successivi tentativi di impianto».

O meglio, la Turco «condivide» ma passa la palla al suo successore.
«Condivido quanto suggerito dal Consiglio superiore di sanità nel suo parere del luglio scorso per “implementare, a scopo di ricerca, lo studio del primo corpuscolo polare; implementare gli studi sulle tecniche di criopreservazione e scongelamento degli ovociti per garantirne una migliore qualità in caso di successivi tentativi di impianto; favorire l’estensione di tali tecniche ai centri di procreazione assistita; garantire alle coppie equità di accesso ai trattamenti di procreazione assistita su tutto il territorio nazionale, in termini di competenza professionale, efficienza organizzativa e sicurezza nell’erogazione delle prestazioni, anche per limitare il fenomeno della migrazione interna delle coppie. Come condivido, e mi auguro che possa essere ugualmente recepito dal mio successore, il suggerimento del Css riguardo all'”istituzione di un tavolo di confronto che valuti le problematiche connesse al raggiungimento di una migliore efficacia e sicurezza delle tecniche, nel rispetto dei principi costituzionali di tutela della salute delle donne”, oltre alla indicazione della raccolta dei dati relativi alle tecniche di fecondazione assistita “in forma disaggregata per una più completa ed articolata valutazione dei risultati”.

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