Welfare

L’incentivo in ferie

di Flaviano Zandonai

Ormai da qualche anno passo i mesi di luglio e agosto a organizzare (parola grossa, meglio a mettere insieme) un workshop per imprese sociali. Inseguendo, con una certa fatica, persone e organizzazioni mi sono reso conto che anche in fatto di ferie imprenditori e operatori sociali hanno le loro originalità. Tanto che ci farei una ricerca per cercare conferma ad almeno due ipotesi. La prima è che ci sono margini di libertà non trascurabili nello stabilire il calendario e le modalità di gestione dei periodi di riposo. E che quindi le ferie flessibili e autonome sono, in molti casi, un incentivo utilizzato dalle organizzazioni (non so quanto consapevolmente) come un elemento di ricompensa sui generis. Se l’ipotesi si dimostrasse vera farebbe la felicità di tutti quei ricercatori che in questi anni hanno studiato la diffusione nei soggetti sociali di un mix di forme remunerative (soprattutto di natura non economica) capace di soddisfare importanti elementi motivazionali del loro capitale umano. La seconda ipotesi, un pò più fumosa, riguarda la ricerca, anche durante le ferie, di elementi di coerenza “sociale”: nel posto che si sceglie, nelle cose che si fanno, nei rapporti con le persone che si incontrano, ecc. Si potrebbe fare quindi. Anche se forse sono solo le elucubrazioni di uno invidioso del fatto che, fino a pochissimi giorni fa, presso cooperative, associazioni, consorzi, ecc. non si trovava anima viva.

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