Economia sociale

L’Impronta: eravamo degli “scappati di casa”, siamo diventati un’impresa sociale col pallino dell’inclusione

Nato nel 1999 in una parrocchia di Milano come gruppo di volontariato (i primi servizi però sono partiti l'anno successivo), L'Impronta oggi è un gruppo (un'associazione e quattro cooperative) capace di favorire l’inserimento lavorativo di un centinaio di persone con disabilità e l'accoglienza dei fragili. Il racconto del presidente Andrea Miotti

di Andrea Miotti

Il Gruppo L’Impronta ha recentemente compiuto 25 anni; quali sono gli aspetti più significativi dal punto di vista valoriale ed operativo di questa lunga e (per me) affascinante avventura?

In origine, prima ancora dei 25 anni appena citati, L’Impronta è stata un gruppo di volontariato, nato a Milano nella Parrocchia San Barnaba in Gratosoglio dall’amicizia tra alcuni ragazzi del quartiere e loro coetanei con disabilità.

Le radici dell’accoglienza

Le radici attingono dunque all’esperienza del volontariato nella forma semplice ma concreta della condivisione di momenti di tempo libero e, più profondamente, di desideri, passioni, relazioni.
A posteriori, sono convinto che quei momenti di accoglienza, attesi e gustati siano stati le premesse fondamentali non solo di una bella esperienza ma di una motivazione tanto vissuta quanto profonda.

La scoperta dell’universo delle persone con disabilità non più parallelo ma intrecciato con la “normalità” si concretizzava allora in laboratori organizzati, ma anche in uscite improvvisate in locali spesso difficilmente accessibili, entrate ai concerti e viaggi “randagi” nelle capitali di mezza Europa.

Alla fine del 1998 il parroco don Vittorio Ventura ci propose di costituire un’associazione: L’Impronta viene costituita il 21 settembre 1999 con tante idee e, sinceramente, solo quelle!
È servita una forte auto-educazione alla pazienza per trovare qualche spicciolo, uno spazio per concretizzare le prime idee e trovare una prima persona (Claudia) che volesse lavorare per “gli scappati di casa” de L’Impronta. 

Anno 2000 l’avvio di servizi per bambini e adolescenti

Dal 2000 a 2010 l’attività rivolta alla disabilità si amplia a tutte le fasce di età; ci occupiamo anche di disagio socio-familiare con un’attenzione specifica a bambini e adolescenti. In sequenza avviamo servizi di tipo diurno, residenziale, domiciliare e scolastico.

Mentre le dimensioni aumentano, lo sforzo condiviso al nostro interno è quello di mantenere intatta la centralità della persona fragile (insieme alla sua famiglia se presente), di promuovere una presenza e quando possibile il coinvolgimento della comunità territoriale.

Comunità Scricciolo

Ma c’è un ulteriore elemento che ci caratterizza: la curiosità, la spinta sempre più forte a sperimentare situazioni, lanciare (a noi stessi) nuove sfide; a spostare “oltre” i confini.

L’inserimento lavorativo e il ristorante Gustop

Un passo decisivo in questa direzione è la prima attività di inserimento al lavoro di persone con disabilità: nell’estate del 2010 si insinua l’idea di aprire un ristorante, questo nonostante l’assenza di esperienze nella ristorazione, nel coinvolgimento al lavoro di persone con disabilità e nei rapporti con una clientela aziendale.

Due anni dopo, grazie all’aiuto di una triade di persone (Marco, Marco e Lorenzo) che ci guida alla scoperta di un vero e proprio “nuovo mondo” nasce la nostra prima esperienza nella ristorazione e dintorni: il ristorante Gustop. Quando il 4 ottobre 2012 apriamo i battenti, l’ansia è a mille: arriveranno dei clienti?!

E clienti furono! Parte così la nostra avventura nell’inserimento al lavoro delle persone con disabilità: 6 inizialmente, poi 10, 20, 50, 80 e, ad agosto 2024: 100 lavoratori! 

Food, la filiera parte dai campi

Questo grazie ad un progressivo sviluppo di attività: in ambito “food” con una filiera alimentare sempre più significativa grazie ad un’attività agricola di coltivazione di ortaggi e piccoli frutti, un laboratorio di trasformazione di tali prodotti, un laboratorio artigianale di panificazione, pasticceria e pasta, le attività di bar e ristorazione, i servizi di catering.

Ma poi, anche un laboratorio di progettazione grafica e stampa, un importante progetto di eco-delivery e il nuovo ambizioso filone delle attività in ambito informatico (con il software testing e le attività di data entry).

Oggi il tentativo non semplice è di coniugare la valorizzazione dei singoli con l’estendere le opportunità di lavoro a quante più persone possibile; per questo il mantra è la ricerca delle “mansioni semplici”, non trascurando il fascino dell’innovazione e l’eticità della lotta agli sprechi verso logiche di economia circolare.

Spostiamo i nostri limiti più in là

Lo sforzo è di spostare “sempre più in là” i nostri limiti, attraverso nuovi progetti in sviluppo, come la coltivazione e trasformazione delle piante officinali. Nel frattempo cerchiamo di fare fruttare le esperienze già acquisite:  abbiamo avviato la prima esperienza di gestione di servizi di bar e ristorazione all’interno di un’importante azienda del mondo della musica (Universal Music).
A partire da lì l’obiettivo sarà nei prossimi anni di replicare anche in altre aziende.

Oltre le strategie, quali sono i nostri punti fermi dopo 25 anni di attività nella cooperazione?

I punti fermi

Innanzitutto la coerenza con la mission di accoglienza e valorizzazione delle persone più fragili (con impatti importanti oltre a quelli già citati di inserimento al lavoro di oltre 100 persone con disabilità quelli dell’accoglienza di oltre 700 famiglie fragili) … il nostro “fare impresa” guarda con attenzione i numeri ma solo in funzione delle persone!

Siamo inoltre consapevoli che obiettivi importanti possono essere raggiunti solo con un forte spirito di squadra, un’identità di collettivo (non ideologico) capace di condividere “talenti” oggettivamente diversi per un bene comune rappresentato innanzitutto dalle persone con le loro storie spesso di straordinari riscatti, ma anche di fallimenti dolorosi: storie di amore e generatività ma anche di sofferenza.

Il bene comune è anche la ricaduta delle nostre attività e attenzioni sulla comunità territoriale.

In questi anni da rimarcare anche il rapporto un po’ altalenante con gli enti pubblici, a tratti stimolante e sinergico, altre volte  ingessato e appesantito dalla burocrazia.
Anche la collaborazione con altre realtà del Terzo settore ha vissuto stagioni di forte spinta e momenti di minore efficacia.

Abbiamo ricevuto un aiuto straordinario da alcune fondazioni erogative grazie alle quali abbiamo sostenuto gli investimenti in opere edili, attrezzature ed arredi degli spazi per le nostre nuove attività.

Una grande opportunità, soprattutto nelle attività per l’inserimento al lavoro di persone fragili è il rapporto con le aziende profit … da questo mondo cerchiamo di attingere competenze e senso strategico, esportando però la nostra cultura dell’inclusione. 

In tutti questi campi di azione cerchiamo di promuovere un’idea di Terzo settore che non sia solo “esecutore” ma capace di portare idee di valore ed essere considerato come un vero e prezioso partner.

Progetto inTec

L’avventura di questi 25 anni del Gruppo L’Impronta (oggi costituito dall’associazione L’Impronta e dalle cooperative Via Libera, Agrivis, For-te e InTec), ci dice che fare impresa per e con  protagoniste persone fragili si può fare

E il migliore augurio che mi sento di farci è che il nostro meglio debba ancora venire.

Tutte le immagini da ufficio stampa

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