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L’imprevedibile storiadella regina dei libri

«La sovrana lettrice», divertissement intelligente di Alan Bennett

di Redazione

Meglio malata che drogata. La malattia ti prende, non la cerchi. La sfortuna la rende, agli occhi degli altri, più accettabile. Compresi gli occhi della Corte d’Inghilterra. Servitori personali, paggi, consiglieri, dame di compagnia e pr che, ai primi segni di stranezza di Elisabetta, decretano: la Regina ha l’Alzheimer. Ma la diagnosi è sbagliata: l’ottantenne Regina è “drogata”. Drogata di libri, scoperti per caso quando i suoi adorati cani da caccia si intrufolano nella biblioteca itinerante parcheggiata davanti alle cucine del palazzo di Windsor. Dipendente da romanzi rosa, saggi, bibliografie e romanzi fra cui si orienta, e disorienta, in piena libertà scoprendo di essere «una candela mangiafuoco mandata qua e là per profumare delle dittature». Come una ragazzina alla prima sigaretta, la Regina si ingegna, e arrabatta, per nascondere il vizio. Impara perfino a salutare i sudditi con un occhio sul libro e l’altro che ammicca dal finestrino della carrozza, ma la voglia di leggere aumenta, e la dipendenza viene a galla. Irrispettosa del protocollo – Elisabetta comincia a consigliare titoli di libri negli incontri con i politici e con i sudditi – e perfino del primo ministro che non crede alle sue orecchie quando la Regina chiede, e ottiene, di tenere il suo discorso natalizio alla nazione seduta allo scrittoio, leggendo un libro. È un successo ma, al tempo stesso, un campanello di allarme: la dipendenza di Elisabetta scombussola tutti gli equilibri. Che fare? Mentre la Corte fa sparire libri, taccuini di appunti e perfino la biblioteca itinerante, la Regina ha già deciso tutto. Il lettore lo scopre solo all’ultima riga di questo libro, breve, divertente e ben scritto, che guarda all’ipocrisia dei “sani” con gli occhi dei “pazzi”. Lucidissimi.

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