Formazione

L’imprenditore fa lega con il guru

30mila brevetti di software rischiano di bloccare la ricerca. Per reagire, l’associazione che raduna le piccole imprese ha chiamato Richard Stallman.

di Riccardo Bagnato

Ha fatto la sua apparizione nel centro di Milano, capelli lunghi e barba incolta, zaino in spalla, presso la sede di Confesercenti, fra manager e imprenditori perfettamente incravattati in cerca di un nuovo modello di business.

Richard Stallman, guru e presidente della Free Sofwtare Foundation, sembra un po? il personaggio di Uno yankee alla corte di Re Artù di Mark Twain. Solo che invece di essere munito di lancia e cavallo, porta il suo think-pad portatile. Stallman da tempo si trova a rispondere agli inviti di pubbliche amministrazioni, università e centri sociali di tutto il mondo. E per quale motivo? Per parlare di ?software libero?, e della nuova normativa sulla brevettibilità dei sistemi informatici approvata dal Consiglio dell?Unione europea qualche mese fa.

Di questa direttiva non sono però preoccupati solo i ?tecnici? come Stallman. Il grido d?allarme in Italia è venuto da più parti. A sorpresa è giunto per l?appunto anche da Confesercenti, e in particolare da Assonet, l?associazione di categoria che raggruppa 80mila piccole e medie imprese del settore Ict italiano. E che, per lanciarlo, ha organizzato una conferenza stampa l?11 maggio scorso a Milano, invitando proprio Stallman, in qualità di relatore e testimonial.

Assonet ormai ha capito la necessità di innovarsi, e per farlo è pronta a rimettersi in discussione. Tanto che lo stesso presidente, Mauro Toffetti, non ha timore di dichiarare che «innovarsi vuol dire anche scremare, ripartire dalla nostra capacità di competere con aziende asiatiche e americane, o chiudere».

Peccato che sulla propria strada verso il rinnovamento, Assonet abbia trovato proprio la direttiva numero n. Com (2002) 92, che ha aperto la strada, invece, anzi un?autostrada, alle grandi multinazionali straniere, principali detentori di brevetti (solo Ibm ne ha 40mila); e garantendo loro, di fatto, un?ulteriore rendita di posizione e di controllo sul mercato.

Piccolo è bello, dunque? No, a sentire Stallman, preceduto da Maurizio Cuzari, presidente Sirmi spa, e seguito dal senatore Fiorello Cortiana (Verdi), non è questione di piccolo o grande, di business o di cavalieri senza macchia, ma di libertà. Soprattutto di quella libertà che gli stessi sostenitori del libero mercato invocano come principio di giustizia sociale, ma che, a conti fatti, la direttiva europea non garantirebbe.

Non è quindi una sorpresa se proprio Assonet ha invitato Stallman e riunito i propri aderenti per dire no a questa direttiva, con un occhio sul proprio futuro e uno al Senato. Qui, infatti, la mozione n. 321, firmata da 99 senatori, si pone l?obiettivo di rimandare al mittente la norma europea e ripartire da capo. Ma per farlo ha bisogno della maggioranza degli aventi diritto. «Non è impossibile, anzi», spiega Cortiana. «Il fatto che Confesercenti (ma anche Assolombarda sta organizzando incontri informali sull?argomento) si stia da tempo ponendo il problema dei brevetti dimostra che la nostra battaglia non è formale, ma di sostanza. Altro che grandi opere! La vera grande opera su cui investire è una politica dell?innovazione seria. Qui ci stiamo giocando l?alfabeto del futuro».

L?Ufficio europeo ha rilasciato infatti negli ultimi anni oltre 30mila brevetti di software, che coinvolgono soprattutto tecniche di programmazione o singole righe di codice. Tanto che nessuno potrà innovarsi e innovare senza un giorno sentirsi bussare alla porta da Microsoft, o Ibm, o Sun che, brevetto alla mano, potranno facilmente assoggettare tutti i cavalieri della tavola rotonda in circolazione.

Maggiori informazioni:

  • www.italy.fsfeurope.org
  • www.confesercenti.it
  • Cosa fa VITA?

    Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.