Non profit

L’impero di mr. Vuvuzela

Il mega business di Neil Van Schalkwjk sbarca in Italia

di Lorenzo Alvaro

C’è già un vincitore dei mondiali. Si chiama Neil Van Schalkwjk o più semplicemente Mr. Vuvù. Magnate della plastica è proprietario del brevetto delle vuvuzela, le terribile trombette sudafricane in plastica, e amministratore delegato di Masicendane Sport unica azienda al mondo produttrice del gadget rumoroso (se si escludono le copie cinesi che sembrano cominciare a girare sul mercato). Sempre a lui fa riferimento “The Vuvuzela Company” che si occupa della distribuzione del prodotto. Un’organizzazione che ha fatto fruttare, solo in questa prima settimana dei Mondiali, 1,5 milioni di euro in Sud Africa, e un’altro milione e mezzo, come ha dichiarato lo stesso Van Schalkwjk,  grazie allo sbarco commerciale in Europa. Per intenderci è di oggi la notizia che le trombe malefiche siano disponibili a Milano presso la South Africa House di via Montenero 55. Le previsioni parlano di incassi che raggiungeranno i 3-4 milioni per la fine della competizione sportiva.

Questo certamente lo renderà antipatico ai molti appassionati di calcio ma non è tutto. Singolare infatti è stata la presa di posizione del presidente della Fifa Joseph Blatter, dopo le polemiche scatenate dal mondo del calcio, che chiedeva il divieto delle trombe negli stadi. «Non prendo in considerazione un divieto delle tradizioni musicali dei tifosi nel loro paese» dichiarò urbi et orbi Blatter, ponendosi come paladino e difensore delle tradizioni locali.

Qualche dubbio che fosse di stampo culturale la scelta del presidente è il fatto che, prima che fosse deciso il paese che avrebbe ospitato la rassegna sportiva, arrivarono in dono 250 “vuvù” al comitato organizzatore e magicamente cominciarono a circolare immagini e filmati dei ministri sudafricani delle Finanze e dello Sport intenti a suonare lo strumento.

Se questo non bastasse, anche l’utilizzo di queste trombette ha poco a che fare  con le radici sudafricane. Le vuvuzelas infatti derivano dai corni di “kudus” (antilopi) utilizzati per riunire gli abitanti dei villaggi. Nessuna connessione con il calcio o con il tifo in genere.

Un’altra certezza è che Neil Van Schalkwjk sia un volpone. Risulta infatti che il vulcanico imprenditore, in tempi non sospetti (prima cioè della ribalta mondiale del suo prodotto) avrebbe stipulato un accordo con la Uthango Social Investment sulla produzione di tappi per orecchie proprio contro l’ormai celebre ronzio.


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