Non profit

“L’immigrazione clandestina va prevenuta non perseguitata”

18 morti in 5 giorni, appello del Forum delle Famiglie

di AiBi

7 marzo 2002: 12 clandestini muoiono nel canale di Sicilia, tra questi 5 donne e decine di dispersi.

11 marzo 2002: 6 extracomunitari annegati nel canale d’Otranto.

Queste le ultime morti dell’immigrazione clandestina.
Dati incompleti e parziali, troppe le vittime ed i gommoni dispersi nelle acque internazionali, di cui non si sa nulla.

Imbarcazioni piene della disperazione di giovani donne e uomini in cerca di un futuro diverso nel nostro paese.

La disgregazione familiare è la causa più grave che spinge ad emigrare: migliaia i nuclei familiari in crisi, migliaia i bambini abbandonati, migliaia i giovani in fuga dai paesi di origine.

“Family for Family”, campagna promossa dal Forum delle Associazioni Familiari (n. verde 800.71.40.40), propone ad ogni famiglia italiana di sostenere una famiglia dell’est Europa, che rappresenta la terra di maggiore emigrazione.

“Family fo Family” propone 100 progetti per trovare una soluzione al dramma dell’est.
Per contrastare l’immigrazione clandestina e creare le condizioni di sopravvivenza e le possibilità di sviluppo delle società locali: 46 micro-imprese familiari e 7 centri di formazione professionale.

Luisa Santolini, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, sottolinea: “L’immigrazione non va contrastata, va prevenuta. L’impegno politico non deve limitarsi al paese di arrivo, ma deve essere profuso nei paesi di provenienza.”
“Ogni altra proposta – prosegue la Santolini- è palliativa non risolutiva. Non basta piangere le vittime dell’immigrazione clandestina, facciamo in modo che nessuno sia costretto ad abbandonare il proprio paese. Family for Family garantisce questa possibilità.”

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.