Non profit

L’imam che sta con Sarkozy

Il sostegno alla battaglia anti-burqa del presidente francese arriva dall'Egitto

di Martino Pillitteri

Il divieto del burqa in Francia? Tra i musulmani c’è chi dice si. Oltre ad essere un consenso chiaro è anche inaspettato perché viene  dall’imam Abdel Muti al Bayyumi, un influente membro del concilio dei clerici di Al Azhar, il più antico istituto accademico religioso del mondo islamico con sede al Cario, ma anche, secondo molti esperti, la fonte dell’interpretazione iperconservatrice dell’Islam in Egitto. «Sostengo» ha detto pubblicamente l’imam «il divieto del burqa, e come me la pensano molti dei fratelli dell’islamic reaserch academy. Il burqa non ha basi nella legge islamica e non c’è alcun riferimento nei testi sacri. Mi ha molto sorpreso vedere alcune sorelle coperte dalla testa ai piedi quando sono stato in Francia».

Sorpreso?  Se Al Bayyumi è rimasto costernato da un gruppetto di donne francesi con il velo integrale tra le stradi di Parigi, chissà come si sente quando passeggia tra le vie del Il Cairo. Nella capitale egiziana sono infatti nettamente più le donne con il velo integrale rispetto a quelle che indossano un semplice chador. Le iper velate sono talmente tante che se ne era accorto persino l’ex Grande Imam e Sceicco di Al-Azhar, Muhammad Sayyed Tantawi, l’uomo che per 14 anni, è stata la più alta autorità religiosa in Egitto. Prima della sua morte, nel marzo di quest’anno, Tantawi aveva pubblicamente espresso il suo disappunto nel vedere una ragazzina con il burqa durante una sua visita in una scuola elementare per sole ragazze. «Il burqa è solo una tradizione, non c’entra con l’islam» disse Al Tantawi alla ragazzina. «No, è un dovere di ogni musulmana metterlo» rispose lei. Questo semplice scambio di battute finì su tutte le prima pagine dei giornali arabi e di riflesso anche su quelli occidentali. Lo scontro verbale elevò la figura di Tantawi a paladino e rappresentante di un Islam moderno e moderato. Bastò uno scambio di battute per far dimenticare 14 anni nei quali,sotto la sua supervisione, la società egiziana ha raggiunto un altissimo livello di islamizzazione del linguaggio, della visione della vita e del comportamento.

Ora Bayyumi, con la sua uscita anti burqa, sembra voler emulare il suo ex capo il Grand Imam Tantawi. Sarà sincero? Cade dalle nuvole? Vive a Maadi, il quartiere del Cairo dove risiedono gli occidentali, e non ha mai visto le zone islamizzate della capitale egiziana?  Una cosa è certa, Al Bayyumi non è scaramantico. Tantawi muori 5 mesi dopo il suo “scontro“ con la ragazzina. I maligni del movimento della Fratellanza Musulmana dissero che la morte improvvisa era la punizione  di Dio per aver detto che il burqa non era un abbigliamento islamico. Imam avvisato….


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