Sostenibilità

Lilliput sfida il comitato Torino 2006. La neve è poco bianca

La macchina organizzativa dei prossimi giochi invernali si sta mettendo in moto.

di Stefano Arduini

Biancaneve lancia il guanto della sfida, il Toroc lo raccoglie. In questa storia, però, non compaiono né nani né matrigne cattive. Biancaneve è il nome di una campagna lanciata da rete Lilliput (e da altre associazioni) per realizzare le prime Olimpiadi della responsabilità sociale, il Toroc è il Comitato organizzatore dell?evento e il principe azzurro, se mai arriverà, bisognerà aspettarlo ancora per tre anni.

Il principe azzurro
L?appuntamento infatti è per febbraio marzo 2006. Il luogo Torino. L?occasione, i XX giochi olimpici e paraolimpici invernali, quando la mela avvelenata delle vecchie Olimpiadi tutto spettacolo e sponsor sarà, forse, resa inoffensiva dal bacio del principe azzurro delle Olimpiadi sostenibili. Ad alimentare le aspettative contribuiscono anche le parole zuccherate di Rinaldo Bontempi, vicepresidente, assieme ad Evelina Christillin, del Toroc: “L?epoca del gigantismo olimpico è finita: è venuto il momento di voltare pagina, non si può continuare a proporre uno sport ipercommercializzato e penalizzare l?attenzione al territorio”.
La sentenza è dura, definitiva, anche se non arriva dai soliti rompiscatole idealisti del movimento no global, o dal cosiddetto popolo degli sbandieratori dell?Arcobaleno. L?epitaffio alle manifestazioni-zero attenzione per l?impatto ambientale, per i diritti dei lavoratori, per l?accessibilità delle strutture cittadine lo scrive uno che ha voce in capitolo, uno che darà benzina alla macchina organizzativa che nei prossimi 36 mesi dovrà dare un nuovo volto al capoluogo piemontese.
Malgrado le buone intenzioni, però, il finale della favola è ancora tutto da raccontare. I giornali (Stampa e Corriere della sera in testa) si sono affannati con dettagliati inserti a celebrare gli effetti virtuosi della manifestazione, senza un accenno alla campagna di Biancaneve, mentre Bontempi prima ha scritto il manifesto del miracolo, poi lo ha chiuso a doppia mandata in un cassetto, visto che “abbiamo bisogno di raccogliere almeno 400 milioni di euro, e questo è il vincolo, da qui non si scappa”.
Ma come stanno realmente le cose? Da una parte, si prospettano Olimpiadi realmente sostenibili e, dall?altra, si dice che la priorità è il reperimento dei partner? Che cosa non funziona in questo ragionamento lo chiediamo a Lorenzo Vinci, portavoce della cooperativa torinese Mag4 che, assieme ad altre associazioni, un anno e mezzo fa si è inventato appunto Biancaneve.
“La nostra iniziativa ha un obiettivo chiaro: chiediamo che gli sponsor dimostrino di non trarre le proprie risorse finanziarie dallo sfruttamento dei lavoratori attraverso l?adozione di certificazione di qualità sociale, la SA8000”, dice Vinci. Da questo orecchio però pare che gli organizzatori non ci sentano. Bontempi, anzi, dimostra una certa stizza nei confronti “di alcune associazioni che ci chiedono la luna, con una retorica che ci porta lontano dalla realtà. Non ha senso parlare di sostenibilità immediata, noi stiamo facendo il possibile”. L?organizzatore si riferisce alla Carta d?intenti, un documento “programmatico, non etico”, sottolinea, e al successivo regolamento attuativo reso pubblico da pochi giorni, in ritardo rispetto ai tempi previsti “perché”, spiega ancora Bontempi, “abbiamo dovuto aspettare l?approvazione del nostro bilancio per capire se avevamo le risorse necessarie a mantenere gli impegni presi nel documento”.

Impegno alleggerito
Le risorse poi sono arrivate, ma l?impegno preso si è alleggerito: il Toroc, infatti ,si limiterà alla redazione di un rendiconto sociale (“ma lì”, interviene Vinci, “ci possono scrivere quello che vogliono e dirsi da soli quanto sono belli e bravi”), e promette di proporre l?adesione ai principi etici che lo ispirano agli eventuali partner pubblicitari e fornitori. Niente certificazione per gli sponsor quindi? “l?ho detto e lo ripeto: gli sponsor li dobbiamo trovare. E non è facile. L?idea della certificazione non è praticabile, è inutile continuare a pretenderla, noi stiamo già facendo un grosso sforzo di sostenibilità e trasparenza”, dice Bontempi che aggiunge: “con la Carta abbiamo preso degli impegni, siamo arrivati dove mai prima di noi si è avventurato alcun comitato organizzatore, se poi non riusciremo a mantenerli, spiegheremo i motivi che ci hanno portato al fallimento, con la massima chiarezza”.
Quanto agli sponsor nazionali, i principali non saranno più di sette od otto, si parla già di Fiat e SanPaolo. “A questi vorremmo aggiungere”, confida Bontempi, “una gemma come Coop”. Esaurito il fronte degli sponsor, rimangono sul tavolo le questioni legate all?ambiente (“ma qui i danni sono già stati fatti”, tuona Vinci) e alla mobilità, un tema che interessa sia gli spettatori disabili che i protagonisti delle Paraolimpiadi che si svolgeranno a marzo 2006.

Info:
Per qualsiasi informazione sulla campagna Biancaneve consultare il sito:
Rete Lilliput, nodo di Torino

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