Cultura

Lilliput: né coi DS, né coi Disubbidienti

Riflessioni lillipuziane dopo la manifestazione per la pace di sabato scorso

di Redazione

COMUNICATO – Il Gruppo di lavoro tematico sulla nonviolenza e conflitti della Rete di Lilliput prende una chiara distanza dai comportamenti violenti sia del servizio d?ordine del partito dei DS che della decina di attivisti appartenenti ai centri sociali che si sono svolti sabato 20 marzo 2004 durante la manifestazione di Roma. Questi atteggiamenti aggressivi hanno spostato l?attenzione mediatica su una “polemica partitica e teatrale” che allontana dalle serie motivazioni di una manifestazione mondiale contro la guerra che che esprimeva solidarietà con i movimenti pacifisti americani, che chiedeva con assertività il ritiro delle truppe armate dall’Iraq e il riconfermare il potere soprannazionale dell’ONU; manifestazione che a Roma ha visto quasi 2 milioni di persone scendere in strada pacificamente, gioiosamente e serenamente. L’ampissima partecipazione alla manifestazione di Roma del 20 marzo, in contemporanea a manifestazioni in tutti i continenti tra cui gli americani, dimostra ancora una volta la chiara contrarietà della maggioranza della popolazione verso le scelte di guerra e di occupazione che si stanno perpetrando in Iraq, come in Afghanistan o in Cecenia o in Africa. La radicalità della scelta nonviolenta è il principio cardine del movimento che vuole mantenere una coerenza tra il fine di un mondo diverso e i mezzi con cui lo si vuole cambiare. Il GLT nonviolenza della Rete di Lilliput, premettendo la non condivisione con la linea tenuta da alcuni esponenti dei DS in parlamento sulla missione in Iraq ritiene l?aggressione alla delegazione dei DS un atto non condivisibile di metodo violento che fa il gioco di chi vuole apparire soltanto vittima dei facinorosi e intende togliere forza a un movimento per il cambiamento che dovrà rimanere sempre indipendente da tutti i partiti di ogni schieramento e posizione, sia strutturalmente che culturalmente. La Rete di Lilliput sostiene con forza chi mettendo in gioco creatività e innovazione, con striscioni e cartelli, con bande musicali e bandiere arcobaleno, ha contestato le scelte di sostegno a guerre di occupazione e di sfruttamento ingiuste che sostengono i bilanci di multinazionali, banche e borse. Sulla presenza militare italiana in Iraq ribadiamo l?assoluta contrarietà e crediamo che tra i veri motivi del rifinanziamento ci siano gli interessi dell?Eni, il colosso petrolifero italiano, che proprio sull?area di Nassirya ?sede dei militari italiani ? con il regime dittatoriale di Saddam Hussein aveva stipulato contratti di sfruttamento che sarebbero divenuti esecutivi al cessare dell?embargo. A svelare gli interessi per il rinnovo del contratto dell?Eni non sono solo gli ex funzionari del colosso petrolifero italiano, ma quasi due milioni di italiani che rifiutano un politica estera basata sull? occuapazione miltiare per gli interessi di pochi gruppi industriali che condizionano tutte le scelte economiche. Crediamo nella forza della verità e della trasparenza e per questo sul sito della Rete di Lilliput (www.retelilliput.net) abbiamo pubblicato gli elenchi di come hanno votato i parlamentari sul rifinanziamento delle varie missioni militari a cui l?Italia sta partecipandoe su cui non è una garanzia la sola presenza delle Nazioni Unite. I cruenti scontri che la scorsa settimana hanno riacceso il conflitto etnico in Kossovo sono la dimostrazione che proprio le “guerre umanitarie” e l?appoggio ai gruppi paramilitari di una delle parti, come l?Uck, sono controproducenti a una risoluzione pacifica del conflitto. Riteniamo come unica via da percorrere la coraggiosa scelta della nonviolenza sia nella risoluzione dei conflitti internazionali che nazionali, inoltre la strada del dialogo, dell’ascolto reciproco e della fiducia come presupposti di una politica seria ed al servizio dei cittadini. La nonviolenza non è inerzia e astensionismo, ma è forza positiva e intensa, che crea indipendenza dall’imitazione e riproduzione della violenza altrui, è testimonianza che un modo giusto di vivere i rapporti umani, nelle piccole e nelle grandi dimensioni, è possibile, anzi è necessario per sopravvivere.


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