Sostenibilità
Lilliput cerca una nuova politica
Anteprima. A Marina di Massa una tre giorni vitale. In cerca di nuove vie. Sul prossimo numero di Vita il dialogo tra Marco Revelli, Mario Agostinelli e Alex Zanotelli
Anteprima del numero di VITA in edicola da venerdì. Sul quale potrete trovare anche un’antologia degli interventi di Tom Benetollo su VITA. Un modo per ricordarlo, dopo la sua scomparsa sabato 19 giugno.
ROMA – Che (bella) fatica essere Lilliput. Anche e soprattutto quando parli di politica. Innnanzitutto vai tre giorni a Marina di Massa, a un tiro di schioppo da Forte dei Marmi di cui è questa è la versione cheap, e ti chiudi in un ostello della gioventù, sì, ma per discutere di ?Strategia lillipuziana, ruolo di movimento, rapporti con la politica?, come è avvenuto nello scorso weekend, dal 18 al 20 giugno, mentre decine di ragazzetti ? molti gli stranieri ? ti sciamano intorno in costume da bagno o quasi. Poi ti tocca prendere parte davvero alla discussione, nella fase preparatoria ?a rete? nel senso di sito e poi dal vivo, nel senso che, aiutato dai ?facilitatori? deputati alla bisogna, ti dividi in sottogruppi e devi dire la tua, già che sei lì, nel gruppo di lavoro al quale hai scelto liberamente di partecipare. Infine, contribuisci davvero a decidere le strategie della Rete e anche qui non ti puoi tirare indietro: non perché si voti (atto poco amato) ma perché tutti contribuiscono sul serio a farla, ?la linea?.
Insomma, a gironzolare tra i vari gruppi e il grande salone dove si svolgeva l?incontro di Lilliput, l?impressione netta era quella di stare in una sorta di gioco di ruolo della democrazia ateniese, in una ?agorà? metà telematica e metà reale in cui tutti prendono la parola, discutono e co-decidono. Forse anche troppo, a dire la verità, nel senso che c?è persino il rischio di un surplus di democrazia, nella Rete, ma i lillipuziani sono così: guai a ricordargli che ?sul lungo periodo siamo tutti morti?, come diceva Keynes. Loro i cambiamenti li vogliono ?profondi e radicali?, cioè di lungo periodo, anche in politica, che di solito è invece il regno del possibile e dell?immediato. La brutta politica. Quella di Lilliput è invece la politica della mitezza e della gentilezza, quella di Alex Langer, esplicitamente richiamata da Susy Pirinei, responsabile della macroregione Sud (nella Rete ci si divide in nodi locali, presenti in grandi città come in piccoli comuni, gruppi di lavoro tematici, i Glt, che raggruppano chi ha competenze specifiche e proviene dai nodi come dalle associazioni, e nel Tavolo campagne, che raggruppa le varie associazioni che hanno dato vita alla Rete, molti anni fa, mentre il sub-nodo, che sembra stia in alto, in quanto raccoglie referenti dei macronodi, dei Glt e delle associazioni, oltre alla segreteria e all?ufficio stampa, invece sta in basso, cioè ha solo compiti tecnici e organizzativi di raccordo di questa complicata ma iperdemocratica ragnatela lillipuziana).
?Più lenti, più profondi, più soavi? è il motto che riprende da Langer Susy e spiega: ?Ci volevamo confrontare con la politica e valorizzare le nostre esperienze e la loro efficacia in rapporto a questa. Non siamo venuti qui per prendere decisioni, infatti non uscirà da qui nessun documento ufficiale?. Riccardo Troisi invece ha vissuto la faticosa esperienza del comitato ?Fermiamo la guerra? ma riesce a valorizzarne il meglio: ?la soggettività politica ormai ce l?abbiamo, come Rete, anche se fatichiamo a riconoscerla.
Siamo ancora deboli ma una strategia comune collettiva ce la stiamo dando: le pratiche diventano prassi. In autunno, con un altro seminario, decideremo come fare concreti passi avanti insieme, l?importante è partire dai territori, starci, lavorarci. Essere capaci di futuro, anche nei confronti della politica?. Per ora, quelli di Lilliput, sono capaci di democrazia reale, concreta, ?ateniese?. E scusate se è poco.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.