Salute
Lila: l’emergenza Aids non è finita
Le terapie, complesse da assumere e con pesanti effetti collaterali, non sono ancora in grado di evitare lo sviluppo del virus
di Paola Mattei
Sono passati 20 anni dall’individuazione del ‘paziente zero’: nonostante la si voglia nascondere, l’emergenza c’e’ ancora, in tutto il mondo. Questa la presa di posizione della Lega italiana per la lotta all’Aids (Lila) che, in una nota, ripercorre questi 20 anni.
“Le discriminazioni e i guadagni illeciti – sostiene la Lila – sono state le vere cause della pandemia da Hiv/aids. In Italia, nel ’90 sono stati stanziati 2.100 miliardi di lire per la costruzione di 7.000 posti ospedalieri da finire entro il ’94. Ad oggi, 2001 – sottolinea – i posti letto costruiti sono meno di 1.500 e nulla e’ rimasto dei 2.100 miliardi. Devono ancora essere accertate, presso il Tribunale di Trento, le responsabilita’ delle migliaia di ‘infezioni
di Stato’ dovute ai mancati controlli su donazioni di sangue effettuate tra l’85 e il ’91”.
Secondo la Lila, “l’emergenza continua anche nel Nord del mondo. Le terapie, complesse da assumere e con pesanti effetti collaterali, non sono ancora in grado di evitare lo sviluppo del virus. In Gran Bretagna, per esempio, le infezioni sono aumentate del 7% nell’ultimo anno. Ad essere maggiormente colpiti sono i giovani e gli eterosessuali, non raggiunti da campagne di prevenzione adeguate”.
Per non parlare dei Paesi del sud del mondo dove, ricorda la Lila, “si Concentra il 95% dei sieropositivi. Una tragedia che rischia di distruggere interi continenti e le loro economie. Invece, in nome dell’interesse economico delle multinazionali farmaceutiche, si impedisce ai Paesi poveri di produrre direttamente i farmaci. Non ci si rende conto, forse, che il mancato intervento in Africa rende possibile la diffusione di ceppi virali sempre piu’ aggressivi”.
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