Formazione
L’Idv vuole bloccare il concorso
Sta per arrivare il bando del concorso annunciato da Profumo, ma l'Italia dei Valori chiede di fare retromarcia per esaurire le graduatorie e risparmiare 150 milioni di euro.
L’Italia dei Valori non vuole il concorso. Di Pietro e altri dell’Idv hanno presentato una interpellanza urgente (n. 2-01642) al Ministro Profumo per invitarlo a desistere dalla sua intenzione di indire l’annunciato concorso per il reclutamento di 22.000 insegnanti, il 50% dei quali da individuare attraverso le graduatorie ad esaurimento ed il 50% attraverso concorso libero aperto a chiunque abbia i requisiti.
«Vi sono insegnanti precari ormai quarantenni che da dieci e più anni insegnano nella scuola attraverso incarichi annuali», ha detto Antonio Borghesi, illustrandola. «Non si capisce perché non dovrebbero aver titolo ad essere immessi in ruolo». Borghesi ha anche ricordato come il precedente Governo avesse scelto di togliere 90 mila insegnanti, «scelta confermata da questo Governo» che «ha impedito a partire dal 2012-2013, un'integrazione degli organici rispetto all'anno scolastico precedente»: «decisioni che di fatto hanno impedito di riassorbire quel personale precario che era in queste graduatorie ad esaurimento».
Stop al concorso
La richiesta dell’IdV? «Preso atto dell'attuale precariato scolastico, quadro che appare particolarmente complicato, e delle penalizzazioni di chi per anni è stato ritenuto già idoneo all'insegnamento, proprio perché per anni ha ricevuto le supplenze annuali è entrato in questa graduatoria, si possa evitare, alla luce di questo quadro, di indire un concorso che finirebbe con il generare un'ulteriore instabilità. Chiediamo se il Ministro non intenda, invece, procedere al reclutamento attraverso lo scorrimento di quelle graduatorie ad esaurimento così come la legge, come abbiamo visto, consentirebbe».
Esperienza e freschezza
A replicare alla richiesta è Marco Rossi Doria. Che ha confermato che «il bando per concorso a cattedre sarà a breve pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale». Rossi Doria ha ribadito che la situazione attuale non può mettere in discussione l’esistenza e la bontà del “doppio canale” (graduatorie e concorso). Ha anzi sottolineato «l'importanza del recupero del concorso ai fini dell'immissione in ruolo del personale docente», perché i ragazzi hanno il diritto di «imparare a vivere in un modo radicalmente diverso da quello che noi abbiamo conosciuto. Per fare questo hanno bisogno di insegnanti con una formazione appropriata, affiancati da docenti di esperienza, compresi certamente i docenti precari oggi. Di questa sinergia tra esperienza e freschezza hanno bisogno i ragazzi e ha bisogno il Paese».
La carta dei costi
L’IdV a questo punto ha tirato fuori la carta dei costi: «avremo dei megaconcorsi che probabilmente alla fine porteranno in larga parte alla conferma delle persone che stanno già dentro alle graduatorie e avremo un costo che si dice sarà non inferiore a 150 milioni di euro. Signor sottosegretario, le pare che nel nostro Paese, in una situazione come questa, noi ci si possa permettere, per il solo vezzo di consentire ad un Ministro di poter dire che dal 1999 ha bandito un primo concorso per il reclutamento del personale insegnante, di spendere per tutto questo 150 milioni di euro?», ha detto Borghesi.
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