Sostenibilità

L’identikit del perfetto “gasista”

i consigli

di Redazione

I gas sono strutture autonome, libere di scegliersi la propria organizzazione. Non esistono regole. Ciò detto, ecco alcuni suggerimenti, che arrivano da Franco Battaini dell’Intergas Milano.
1. Parametri definiti e chiari. Mettersi d’accordo sui criteri d’azione del costituendo Gas è il primo passo. Non è necessario scegliere necessariamente biologico, ma senza dubbio fondamentale è la qualità dei prodotti, unita alla pratica di solidarietà nei confronti del produttore (con un occhio anche ai modi della produzione e ai rapporti di lavoro instaurati da ciascun produttore). Fra i parametri di adesione, oltre alla tipologia degli acquisti e al numero di ordini (il meno possibile, per ridurre gli spostamenti delle merci e dunque inquinare meno), si può decidere di mettere la residenza: se coloro che partecipano al gruppo vivono molto lontani gli uni dagli altri, è possibile incontrare difficoltà organizzative supplementari.2. Una chiara divisione dei compiti. Ciascuno deve avere il suo ruolo: il Gas non può diventare un supermercato informale e a domicilio, grazie al quale qualcuno riceve a casa gli acquisti fatti da un altro. Tutto va condiviso: è utile individuare per ciascun prodotto uno o più referenti. Saranno loro – tramite mail – a organizzare un ordine, a gestirne la logistica e il pagamento. Naturalmente è sempre meglio saldare subito il produttore. Per farlo senza che nessuno anticipi del denaro, si può aprire un conto corrente nel quale ciascun “gasista” versa la propria quota. 3. Il produttore. Va scelto con molta cura. Andando a trovarlo sul posto per vedere chi è e come lavora, provando i suoi prodotti e soprattutto mantenendo i rapporti nel tempo. Ci può essere una piccola trattativa sui prezzi, ma va mantenuta entro limiti ragionevoli. Fra i criteri con i quali si può selezionare il fornitore si possono individuare la chiarezza dei prezzi e degli aumenti («la tariffa è salita perché…») e la trasparenza nella fornitura: in genere, nessuno coltiva tutto, è importante che il produttore dica cosa è frutto del suo lavoro e cosa proviene da agricoltori a lui collegati.

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