Welfare

L’identikit del cocainomane

27 anni di età media, 18% di laureati, spende il 33% del reddito per la polvere bianca. Una ricerca dell'Osservatorio del dipartimento salute mentale dell’Ausl di Bologna

di Daniele Biella

F. ha 36 anni, è autista di furgoni e guadagna 1.300 euro al mese. Di questi, 800 ne spende in cocaina. E sono molti, come lui, che arrivano a scialacquare il 60% delle loro entrate mensili per comprare la polvere bianca: una droga che da anni vive un boom inarrestabile e che attrae persone di ogni condizione sociale, come testimonia uno studio sull’identikit del cocainomane commissionato dalla Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche).

L’analisi, realizzata dall’Osservatorio del dipartimento salute mentale dell’Ausl di Bologna sulla base di  un campione 500 utenti dei Sert (Servizi per le tossicodipendenze) dipendenti dalla coca e di 3.409 persone tra i 15 e i 50 anni di 25 città e 10 regioni italiane, ha fatto emergere molteplici spunti di riflessione sul mondo dei consumatori di cocaina, a partire dai dati sul loro “profilo medio”: 27 anni di età media, reddito mensile di 850 euro (ma solo il 50% lavora), 38% di femmine, 18% di laureati, 4% di stranieri. Ognuno ha consumato in media 87 dosi di cocaina in un anno, e speso il 33% del reddito disponibile, con punte, come nel caso di F. oltre il 60%.

La prima “sniffata” arriva a 21 anni e, a sorpresa, sono le femmine che iniziano prima, in quanto la coca viene offerta loro da qualcun’altro, spesso in situazioni di divertimento. Trova conferma l’idea diffusa che chi usa costantemente la cocaina ha di solito disponibilità economiche più elevate, di almeno 2mila euro al mese. A farne maggiore uso sono lavoratori autonomi, professionisti e dirigenti, mentre si nota una differenza nella modalità di assunzione: i consumatori occasionali lo fanno assieme ad altri, i dipendenti in completa solitudine a casa, sul lavoro o al bar.

A differenza dell’assunzione di eroina, riporta lo studio, un consumatore di cocaina smette o cerca di farlo quando la disponibilità economica termina, magari rivolgendosi anche agli stessi Sert. Il 75% di chi prova, infine, smette entro un anno dalla prima volta, cosciente dei rischi legati all’assunzione o con basso reddito. L’arrivo all’uso di cocaina, che avviene quasi sempre via nasale e nella maggior parte dei casi per curiosità, segue il precedente consumo di marijuana, hascisc e popper.


Arriva il vaccino anticocaina
È questione di qualche settimana, al massimo pochi mesi. Poi partirà anche in Italia, dopo la Spagna e all’indomani del via libera del Comitato etico, la sperimentazione del vaccino anticocaina. Lo ha detto alla conferenza della Fict Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio. Il nuovo strumento di lotta alle dipendenze, che ha l’effetto di bloccare il senso di piacere prodotto dalla cocaina, è stato messo a punto negli Stati uniti, alla Yale University. Seppur condotti finora su un massimo di 30 persone, i test preliminari hanno mostrato come il vaccino sia in grado di interrompere la richiesta di consumo anche dei tossicodipendenti assuefatti. In Italia il consumo di sostanze stupefacenti, cocaina in primis, è, dopo gli incidenti stradali, la causa più frequente di morte per i giovani tra i 15 e i 18 anni.


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