Mondo

Licenziereste una testimonial così?

Oxfam l'ha fatto, dopo che per otto anni la bellissima Scarlett Johansson aveva militato come Global Ambassador della ong. Ma i legami dell'attrice con l'israeliana SodaStream, che ha uno stabilimento nei territori occupati, hanno convinto l'associazione a darle il ben servito. Lei: "Continuerò a fare pubblicità per questa azienda amica della pace"

di Gabriella Meroni

Caro testimonial, non ti voglio più. Succede che un’associazione non profit dia il benserv ito per vari motivi a un personaggio famoso che le era “amico”, ma ci vuole senza dubbio del coraggio per privarsi della bellezza e della bravura di un’attrice come Scarlett johansson, da otto anni Global Ambassador di Oxfam. Eppure la ong ha deciso di “accettare le sue dimissioni”, come ha spiegato in una nota, pur essendole grata “per i numerosi contributi” ricevuti da lei.
Il motivo dell’addio consiste – spiega ancora Oxfam – nella “incompatibilità” tra il ruolo di sostenitrice della ong e di star negli spot dell’azienda israeliana SodaStream, leader nel settore delle macchine per la produzione di acqua gasata, che possiede uno stabilimento nell’insediamento israeliano di Maaleh Adumim, in Cisgiordania, un territorio occupato di cui i palestinesi rivendicano il possesso.
“Crediamo che le imprese, come SodaStream, che operano negli territori occupati contribuiscano a mantenere la povertà e a negare i diritti delle comunità palestinesi che noi sosteniamo”, hanno fatto sapere da Oxfam. “Rispettiamo l’indipendenza dei nostri ambasciatori”, conclude la ong, “ma sottolineiamo la nostra opposizione a qualunque tipo di azienda che operi nei territori occupati da Israele”. Quindi grazie e arrivederci (ma anche no).
Scarlett Johansson, che ha firmato un contratto pubblicitario a sei zeri con SodaStream e comparirà in uno spot che verrà trasmesso negli USA durante il SuperBowl del 2 febbraio,  non ha nessuna intenzione (e probabilmente neppure può) di smettere di sostenere l’azienda, ma anzi la difende: “Sono una sostenitrice della cooperazione economica e dell’interazione tra un Israele democratico e la Palestina”, ha dichiarato l’attrice all’Huffington Post. “SodaStream è una società che non solo si è impegnata per l’ambiente, ma anche per costruire un ponte di pace tra israeliani e palestinesi, permettendo ai vicini di lavorare insieme, di avere parità di retribuzione, gli stessi benefici e diritti”.
 

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.