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Licenziamenti: d’ora in poi stesse norme per non profit e imprese

Partiti, associazioni senza fini di lucro e simili si ritroveranno estesa la normativa attualmente applicata alle aziende profit

di Gabriella Meroni

Niente più disparità tra datori di lavoro privati ma non imprenditori (partiti, associazioni senza fini di lucro e simili) e imprese in materia di licenziamenti collettivi. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato un decreto legislativo che modifica l’attuale normativa, estendendo appunto a questi datori di lavoro le disposizioni procedurali in materia di licenziamenti collettivi, con particolare riguardo agli obblighi di informazione e consultazione dei lavoratori. Il provvedimento è finalizzato ad assicurare la compatibilità della disciplina nazionale con l’ordinamento comunitario. L’Italia è stata infatti dichiarata inadempiente da una sentenza della Corte di giustizia europea rispetto agli obblighi di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di licenziamenti collettivi. In particolare, non aveva adottato le disposizioni di recepimento della direttiva 98/59/CE anche per i datori di lavoro che nell’ambito delle loro attività non perseguono fini di lucro. Lo schema di decreto legislativo, che ora sarà sottoposto alle Commissioni parlamentari di merito, è quindi diretto ad apportare le necessarie modifiche provvedendo ad estendere ai datori di lavoro non imprenditori la procedura di licenziamento collettivo.


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