Cultura

Libro cult dell’anti nucleare. Ma non solo

Recensione del libro "Preghiera per Chernobyl" di Svetlana Aleksievich.

di Domenico Stolfi

Un libro straordinario, Preghiera per Chernobyl (edizioni e/o, 15 euro). Scritto da una giornalista bielorussa, Svetlana Aleksievich, è la documentazione d?una tragedia attraverso la voce di chi n?è stato travolto. Un racconto in presa diretta, scritto lasciando parlare gli attori, come se fosse una rappresentazione teatrale. La carcassa della centrale nucleare, che nell?86 seminò il terrore, resta sullo sfondo, come le polemiche sulle responsabilità e sul mancato rispetto delle norme di sicurezza. In primo piano, invece, le storie di chi ha visto un mondo liquefarsi in pochi giorni. La scrittura è travolgente e il lettore è gettato in una condizione inimmaginabile, dove l?ignoto in ogni istante presenta le sue imprevedibili condizioni. Questo libro è la documentazione di un?umanità che, davanti alla più invisibile e implacabile delle tragedie, cerca disperatamente un punto fermo nei rapporti interpersonali, nella solidarietà senza condizioni. La grande tragedia parla attraverso i particolari: le api che non escono più dagli alveari, l?orrenda esplosione dei corpi irradiati. Raccontata da dietro le quinte, ascoltando le voci che nessuno aveva mai fatto parlare. E il meccanismo innescato dalla Aleksievich raccoglie un bisogno rimasto muto per 15 anni: raccontare l?assurdità vissuta. è questo bisogno che ne fa un libro indimenticabile, che sarebbe un delitto ridurre a bandiera della battaglia antinucleare. Anche se fa riflettere, e molto, sulle incognite del nucleare.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA