Volontariato

Libri: Kurdi e Kossovari, le ragioni dell’asilo

Da cosa fuggono i kurdi, quale vita vogliono lasciarsi alle spalle? E a cosa vanno incontro in Italia? "Non per fame, prego" è una testimonianza raccolta dall'associazionismo su ques

di Barbara Fabiani

Ad un certo punto c’è bisogno di fare chiarezza. Dopo anni di lavoro ad accogliere fuggitivi e profughi, al meglio delle proprie possibilità e sfruttando al massimo le poche risorse, viene il momento raccontare tutto quello che si è appreso. “Non per fame, prego” è un libro che, senza sociologismi ma forte soprattutto dell’esperienza diretta, dispiega davanti agli occhi del lettore la situazione dei richiedenti asilo in Italia di origine kurda e kossovara. A differenza di altri testi che ci hanno già aiutato a comprendere le motivazioni politiche e sociali della fuga di kurdi e kossovari, “Non per fame, prego”, oltre ad arricchirle di nuovi dettagli, aggiunge la dimensione “domestica” del tentativo di integrazione nel nostro paese e degli esperimenti, alcuni dei quali particolarmente innovativi, messi in atto dalle associazioni per aiutare quest’inserimento. Come l’”Ararat”, il punto di incontro autogestito creato al Campo Boario, una delle zone popolari più ricche di tradizione a Roma, dove gli esiliati kurdi hanno creato un proprio spazio sociale pur non essendo un ghetto etnico. Un zona, quella dell’ex mattatoio di Roma appunto, dove altre comunità hanno trovato la via aperta all’espressione ed entrano in relazione reciproca. Il libro, corredato dalle foto di Tano D’amico, descrive anche la vita del richiedente asilo in Italia, fuori da ogni concreto sostegno eccetto la primissima accoglienza e le affermazioni di principio. Una situazione kafkiana per la quale, ad esempio, non gli si riconosce per legge il permesso di lavorare mentre è in attesa che sia definita la posizione legale di rifugiato, attesa che può durare anche un anno durante il quale l’assistenza garantita è minima. Ed emerge l’esasperazione di chi, teoricamente protetto dal diritto internazionale (perché, è noto, manchiamo ancora di una legge nazionale sul tema dell’asilo), subisce la diffidenza e le restrizioni preventive di una società che cerca di proteggersi dall’immigrazione economica. In Italia, si sa, si è tutti clandestini fino a prova contraria. “Non per fame, prego” Kurdi e kossovari, le ragioni dell’asilo a cura di Anna Adamczyk e Gianluca Peciola 2002 Edizioni EDUP – 15 euro


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