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Libia, un fronte sempre più critico per l’Europa e l’Italia

Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, di ritorno da una missione lampo in Libia, rassicura tutti. Ma la situazione in Libia è tesa, a causa delle minacce di Erdogan. I due Paesi a cui l'Europa ha delegato il controllo dei suoi confini potrebbero innescare un effetto a catena

di Marco Dotti

La situazione in Libia è tesa. Nonostante le rassicurazioni di Luigi Di Maio, che di ritorno da una missione lampo, ha dichiarato che non si prevedono interventi militari all'orizzonte, le dichiarazioni della autorità turche preoccupano.

Domenica, il presidente turcho Recep Tayyip Erdogan ha ricevuto per la seconda volta in due mesi il rappresentante del Governo libico di unione nazionale, Fayez al-Sarraj. Qualche giorno prima, gli aveva inviato truppe a sostegno. Nette le dichiarazioni di Erdogan: «proteggiamo i diritti della Libia e della Turchia nel Mediterraneo orientale e lo faremo con tutti i mezzi necessari».

Gli osservatori più attenti non hanno mancato di rilevare che Ankara sta intervenendo proprio nella fase più delicata, la cosiddetta "battaglia finale" per Tripoli lanciata dall'Esercito Nazionale Libico guidato da Khalifa Haftar. Haftar, per Erdogan, «non è un leader legittimo….e rappresenta una struttura illegale». Erdogan lo ha dichiarato poco dopo aver incontrato a Istanbul Fayez al-Sarraj. Una situazione oltre il codice rosso, che coivolge i due Paesi – Libia e Turchia – a cui l'Europa ha delegato il controllo dei suoi confini nelle zone di faglia più critiche, anche sul versante delle migrazioni.

Il nostro Ministro, da parte sua, ha incontrato sia Sarraj e Haftar, affermando di voler far recuperare all'Italia un ruolo centrale per la soluzione diplomatica del conflitto. Proprio mentre le agenzie battevano le parole di Luigi Di Maio, il portavoce dell'esercito nazionale libico guidato Haftar lanciava benzina sul fuoco minacciando la Turchia.

«Nel Risiko libico, che sembra sempre più una guerra per procura, tra droni emiratini, contractor russi ed elicotteri turchi, Roma cerca di recuperare terreno dopo mesi di attendismo e l’ingresso in campo di nuovi attori», spiega Alessia De Luca dell'Ispi.

Il portavoce della LNA Ahmed Mesmari ha detto: «Sarraj ha venduto la Libia alla Turchia», riferendosi propro all'accordo militare e di sicurezza stretto con Ankara il mese scorso. Mesmari – lo riporta Asharq al-Awsat, giornale con sede a Londra – ha poi aggiunto che la Libia «non è il Qatar, che è stato occupato dalla Turchia attraverso le sue basi».

Giovedì scorso, Haftar ha esortato le sue forze ad avanzare verso il centro di Tripoli in quella che secondo lui sarebbe stata la "battaglia finale" per la capitale. Un importante ufficiale dell'esercito di Haftar, ha detto ad Asharq Al-Awsat che le forze armate stanno per impadronirsi dell'accademia militare. «Ora zero non significa confiscare la capitale nello stesso giorno dell'annuncio di Haftar», ha detto l'ufficiale che ha chiesto l'anonimato.

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