Welfare

Libia: Rimpatrio forzato di Migranti

La denuncia con un comunicato straordinario del 7° Meeting Internazionale sulle Migrazioni

di Giuseppe Lanzi

LORETO: Il Meeting Internazionale sulle Migrazioni denuncia gravi abusi nei confronti degli immigrati

64 uomini e 18 donne sono stati forzatamente deportati verso l?Eritrea dal Governo Libico. Riprendendo la denuncia del Ministro degli Interni Giuseppe Pisanu, che ha parlato di oltre due milioni di persone in Libia pronte a sbarcare in Italia, i Missionari scalabriniani presentano la questione in maniera differente.

?Dalle fonti che abbiamo in Libia ? afferma Padre Beniamino Rossi, superiore per Europa e Africa dei Missionari Scalabriniani ? riteniamo che la cifra di due milioni serva più a creare allarmismo che a cercare soluzioni ai problemi reali che esistono sul tema della mobilità umana. La minaccia dei ?due milioni? di potenziali invasori immigrati, è diventato ormai un ritornello che ritorna spesso, soprattutto d?estate. I problemi sono altri: lo sfruttamento a fini politici della presenza di questi disperati; lo sfruttamento dei migranti da parte della criminalità organizzata (che Scalabrini definiva ?sensali di carne umana?) e che andrebbe combattuta con molto più vigore a livello internazionale; il mantenimento di situazioni di dittatura, di pulizia etnica o di discriminazione religiosa in molti paesi africani. A meno che queste situazioni non servano a nascondere e facilitare, ad esempio, l?imprigionamento di oltre 600 Eritrei in Libia e la deportazione forzata verso l?Eritrea di questo gruppo di persone, colpevoli solo di avere tentato, come milioni di italiani prima di loro, la via dell?emigrazione per sopravvivere?

Dal racconto di testimoni oculari riportato dagli scalabriniani, gli ottandadue deportati Eritrei sono stati costretti a firmare una richiesta di rimpatrio e, non appena sono saliti sull?aereo che li avrebbe riportati in Patria, sono stati ammanettati dalle forze di sicurezza Eritrei presenti a bordo.

?Lasciare l?Eritrea in maniera clandestina ? continua un profugo eritreo vicino agli Scalabriniani ? è considerato reato pari alla diserzione e quindi tutte quelle persone vanno sicuramente incontro al carcere e in molti casi ai lavori forzati??

La stessa televisione eritrea, avrebbe confermato la notizia riportandola come un grande successo nazionale. Un successo nazionale iniziato nel carcere libico di Gewasat e terminato nelle patrie galere eritree per tutte queste persone delle quali i Missionari Scalabriniani hanno anche una lista di nomi.

Nomi impossibili per la nostra lingua ma che nascondono solo esseri umani che ora sono in carcere nell?indifferenza delle istituzioni e in piena violazione delle norme e convenzioni internazionali che prevedono il rimpatrio solo quando esistano reali condizioni di sicurezza per i migranti.

?Il Meeting di Loreto, i Missionari e Laici Scalabriniani ? continua padre Beniamino ? non possono non denunciare queste situazioni ovunque avvengano. Non abbiamo la forza di impedirle ma, memori dell?esempio del nostro Fondatore, non possiamo stare in silenzio?.

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CHI SONO GLI SCALABRINIANI
Alla fine del 1800, Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza proclamato Beato nel 1997 da Papa Giovanni Paolo II, fonda la Congregazione religiosa dei Missionari Scalabriniani e la Società laicale San Raffaele per accompagnare e sostenere socialmente e religiosamente i numerosi emigranti italiani. Il suo pensiero sociale, la sua profonda sensibilità verso le grandi tematiche quali l?emigrazione, la condizione operaia, la questione agraria, diverranno punti di riferimento costanti per gli scalabriniani negli anni a venire. La mobilità umana sarà il terreno principale dell?impegno della Congregazione. Prima per sostenere gli italiani all?estero, aiutarli nel loro processo d?inserimento nei paesi di accoglienza, poi, allargando il loro servizio ad altre etnie di emigranti. Una volta divenuta l?Italia paese di immigrazione, gli scalabriniani hanno trasferito la loro secolare esperienza per facilitare l?integrazione sociale e civica di chi è costretto a lasciare i luoghi di origine per cercare fortuna lontano dalla propria patria. L?attività degli scalabriniani, con la sua rete di studiosi in tutto il mondo, dà anche ampio spazio alla ricerca, all?analisi e allo studio dei grandi fenomeni sociali della nostra epoca.

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