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Libia, Quartapelle: «L’Italia si è candidata per un ruolo centrale»

Il segretario della commissione Esteri alla Camera ha fatto il quadro della situazione, sottolineando le opzioni che il Governo ha sul tavolo e i tempi con cui si proverà a dare un risposta all'aggressione di Isis

di Lorenzo Maria Alvaro

«Il Governo da un lato ha dato la disponibilità di un impegno dell’Italia sul futuro della Libia, dall’altro ha risvegliato l’attenzione internazionale su un Paese che è strategico sia per l’Italia, in quanto sostanzialmente confinante, che per l’Europa». Così Lia Quartapelle, segretario della commissione Esteri alla Camera, riassume gli ultimi sviluppi della crisi libica, «che, non va dimenticato, si somma a quella Ucraina».

L’Italia dunque sta valutando la situazione mantenendo chiari alcuni punti.

«L’intervento, di qualunque natura sia, deve avvenire all’interno di un accordo internazionale, il più ampio possibile», sottolinea Quartapelle. Dunque ci si muove all’interno del quadro Nato «affiancando allo strumento diplomatico uno strumento di sicurezza».

«Bisogna occuparsi della Libia», sottolinea il segretario, «le cose non rientreranno da sole. E se non lo farà l’Italia lo faranno, è chiaro in queste ore, altri paesi, come ad esempio l’Egitto. L’Italia ha detto, nelle sedi opportune, che vorrebbe occuparsene».

Sui tempi non c’è ancora un calendario. «Certamente la prima data da segnare è la conquista parziale di Smirte della settimana scorsa che ha fatto scattare l’allerta», sottolinea Quartapelle, «giovedì Gentiloni verrà in Parlamento per fare una relazionare sulla situazione.  Nel frattempo si sta lavorando con la diplomazia per cercare vie di dialogo».

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