Welfare
Libia: 95 persone in fuga trovano protezione grazie all’Italia
Grazie ai corridoi umanitari sono partite ieri sera dalla Libia, dirette a Fiumicino, 95 persone vulnerabili costrette a fuggire dal proprio paese, tra cui bambini, donne vittime di tratta, sopravvissuti alla violenza e alla tortura
di Redazione
Sono partite ieri sera dalla Libia, dirette a Fiumicino, 95 persone vulnerabili costrette a fuggire dal proprio paese, tra cui bambini, donne vittime di tratta, sopravvissuti alla violenza e alla tortura e persone in gravi condizioni di salute, individuati dall’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, in Libia, anche su indicazione della Comunità di Sant’Egidio e della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI).
È il terzo volo in attuazione di un protocollo firmato ad aprile 2021 dai ministeri dell’Interno e degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, UNHCR, Comunità di Sant’Egidio, FCEI e Tavola Valdese, che unisce le buone prassi delle evacuazioni di emergenza e dei corridoi umanitari e riguarderà 500 persone in totale.
Le persone viaggiano con un volo charter dell’UNHCR e successivamente all’arrivo a Fiumicino saranno accolte da Comunità di Sant’Egidio, FCEI e Tavola Valdese, per l’inserimento in un percorso di integrazione in Italia secondo il modello dei corridoi umanitari.
“La Farnesina si conferma in prima linea nell’evacuazione d’emergenza dalla Libia di persone particolarmente vulnerabili. Ancora una volta, è determinante la stretta collaborazione tra istituzioni e società civile, nel comune obiettivo di liberare i rifugiati provenienti dai centri di detenzione libici”, ha affermato Luigi Vignali, Direttore Generale per le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
“Prosegue l’impegno del Viminale sul rafforzamento dei canali legali di ingresso sul territorio per rifugiati e vulnerabili”, sottolinea Francesca Ferrandino, Capo Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno. “Quest’ultimo arrivo dalla Libia è il tangibile risultato della fruttuosa cooperazione tra pubblico e privato che contraddistingue ormai da anni l’azione dell’Italia in materia di canali legali di accesso. I corridoi umanitari dalla Libia rappresentano una risposta concreta ai bisogni di rifugiati particolarmente vulnerabili in un contesto di crisi protratta sul quale rimane alta l’attenzione delle istituzioni.”
“Siamo grati all’Italia per l’impegno nel proseguire queste operazione salvavita”, ha detto Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “È un segno importante di solidarietà e di umanità. In un mondo sempre più incerto ed insicuro e dove oltre 100 milioni di persone sono state costrette alla fuga speriamo di poter continuare a lavorare insieme per ampliare i canali sicuri, incluso il reisediamento, permettendo ai rifugiati di ricostruire la propria vita in sicurezza e dignità”.
“Siamo felici di dare il benvenuto a queste persone. Ci auguriamo che i corridoi umanitari dalla Libia e non solo diventino una politica strutturale dell’Unione europea, insieme ad altre vie complementari e legali per accogliere chi scappa dal proprio paese. La solidarietà dimostrata verso la popolazione in fuga dall’Ucraina dovrebbe valere come insegnamento; ci auguriamo davvero che quella tragedia possa indurre anche un cambio di passo nelle politiche europee di accoglienza e nelle popolazioni dei Paesi che accolgono i migranti”, ha dichiarato Daniele Garrone, Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.
“Siamo felici di accogliere in Italia queste persone, che hanno tanto sofferto nei campi di detenzione in Libia. Dopo soprusi e violenze, per loro si apre finalmente un futuro diverso all’insegna dei diritti umani e dell’integrazione”, ha dichiarato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. “I corridoi umanitari, una best practice riconosciuta a livello internazionale basata sul coinvolgimento della società civile, possono aiutare l’Unione Europea a gestire, con la dovuta umanità, il fenomeno dell’immigrazione: se resi strutturali e moltiplicati alla giusta dimensione, i corridoi umanitari possono contribuire a evitare nuove tragedie”.
© UNHCR/M. Alalem
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