Welfare

Libertà religiosa: nel mondo è ancora un miraggio

Presentato ieri il ''Rapporto 2005 sulla liberta' religiosa nel mondo'', realizzato dall'ente di diritto pontificio ''Aiuto alla Chiesa che soffre ''(ACS)

di Gabriella Meroni

Piu’ ombre che luci nel ”Rapporto 2005 sulla liberta’ religiosa nel mondo”, realizzato dall’ente di diritto pontificio ”Aiuto alla Chiesa che soffre ”(ACS) e presentato per la prima volta nella sala del Mappamondo della Camera dei deputati. Tra i segnali positivi ”il miglioramento delle relazioni ecumeniche tra Chiesa ortodossa e Chiesa cattolica” in Russia. Anche in Georgia ”la situazione e’ nettamente migliorata”. In Slovacchia su tale versante la fotografia ”e’ sostanzialmente buona”. ”Buoni risultati ” anche sul versante dello Stato arabo del Quatar. Le ombre, invece, dilagano in Pakistan (Asia) e in Arabia Saudita ”che non risparmiano il carcere e la torture nei confronti di contraddice alla legge coranica”. Nella mdesima lista la Cina Popolare e per alcuni aspetti il Vietnam, nonostante alcuni passi in avanti. Situazione a rischio anche in Nigeria e Uganda (in Africa) e, nel Centro America, a Cuba, in Colombia (Sud America) con oltre 3000 civili uccisi per motivi politici, 600 almeno gli scomparsi e 2200 i sequestrati. In Venezuela in conseguenza della crisi economica e politica tra i 18.000 ebrei ivi residenti si segnala una ”massiccia emigrazione” con il 10% delle imprese ebraiche che hanno dovuto chiudere i battenti. Con riferimento all’ Europa, la sintesi del rapporto realizzata dall’ACS osserva ”In Bosnia Erzegovina, in Serbia Montenegro e in Kosovo ci sono tuttora tensioni tra cristiani e musulmani”. In Turchia l’abbandono del ”secolarismo repubblicano progredisce con molta lentezza”. Inoltre ”una nuova ondata laicista si e’ scatenata in Francia con l’approvazione e l’attuazione di una legge che impedisce di indossare simboli religiosi nelle scuole, mentre in Germania, con varie disposizioni locali, si persegue lo stesso fine”. La scheda sulla Spagna e’ aggiornata alla fine del 2004 con la decisione del governo Zapatero di incrementare i centri-pilota nei quali riconoscere l’insegnamento della religione islamica nelle scuole pubbliche. ”La decisione – riferisce il rapporto dell’ACS – ha sollevato numerose reazioni negative e il quotidiano ‘Il Foglio’ del 18 novembre (2004 ndr) segnala che, secondo un sondaggio, il 55,5% degli spagnoli sarebbe contrario all’insegnamento dell’Islam nelle scuole. Nonostante la forte secolarizzazione, oltre l’80% della popolazione, secondo recenti sondaggi, si dichiara ancora cattolica ”. America. Nella parte settentrionale del continente non mancano toni ”talvolta accesi e polemici” ma senza pur incrinare ”la tradizionale tolleranza”. Un forte senso di insicurezza, dovuto alla violenza e alla criminalita’, corrode gli spazi dei cattolici e di altri gruppi religiosi in Guatemala, Haiti e Paraguay. Asia: in Iraq gli attentati terroristi colpiscono ”spesso” le comunita’ cristiane. In Skri Lanka le minoranze cristiane sono ”nel mirino” degli ”estremisti buddisti”, analogamente a quanto avviene in India, per iniziativa di estremisti ”induisti ”. Sul versante della Cina Popolare la sintesi del rapporto accenna agli associati al movimento ”Falung Gong, internati e torturati in campi di detenzione senza accuse e spesso liberati soltanto alla loro morte”. Africa: l’accordo di pace raggiunto tra le autorita’ governative filoislamiche e le truppe di guerriglia e’ definito ”fragile”. Inoltre ”in alcuni Stati come l’Egitto e il Marocco la persecuzione colpisce anche i cittadini che abbandonano l’Islam per il cristianesimo”. Infine: l’offensiva del fondamentalismo islamico ”non risparmia il Kenya, il Malawi, il Sudafrica e l’arcipelago di Zanzibar in Tanzania”.


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