Mondo
Libertà di stampa, una giornata per difendere l’informazione
Il 3 maggio una Giornata internazionale, proclamata dall’Onu nel 1993, celebra la libertà di stampa nel mondo, per difendere i media e per rendere omaggio ai giornalisti che hanno dato la vita mentre lavoravano.
Arrestati, minacciati e talvolta uccisi. In Turchia, in Gambia, in Siria. In zone di guerra, sotto le dittature o in Paesi democratici. È il destino di alcuni giornalisti che hanno soltanto fatto il loro mestiere.
Il 3 maggio una Giornata internazionale, proclamata dall’Onu nel 1993, celebra la libertà di stampa nel mondo, per difendere i media e per rendere omaggio ai giornalisti che hanno dato la vita mentre lavoravano.
Secondo l’IFJ – International Federation of Journalists, da gennaio ad oggi sono 26 i giornalisti uccisi nel mondo, mentre negli ultimi anni il numero si è attestato attorno alle cento vittime registrando un trend pressoché immutato e costante.
Nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati raccolti da Ossigeno per l’informazione, nei primi 119 giorni del 2016 sono stati 97 i giornalisti minacciati e 2.818 dal 2006 ad oggi. Tra le minacce più diffuse e più costanti nel tempo la querela per diffamazione ritenuta pretestuosa, l’aggressione lieve e l’insulto.
L’appuntamento ufficiale con la Giornata internazionale per la libertà di stampa è a Helsinki (l’hashtag della giornata è #WPFD2016) con una conferenza dell’Unesco sull’accesso alle informazioni e sulle libertà fondamentali, con particolare riferimento alla libertà di informazione e sviluppo sostenibile, protezione dei dati e censura on line, che si concluderà con l'adozione di una Dichiarazione sul tema.
Proprio sulla protezione dei dati, all’ultimo Festival internazionale del giornalismo, è stata presentata in anteprima Protecting journalism sources in the digital age. Si tratta della ricerca condotta dall’Unesco in 121 Paesi sulle leggi che garantiscono la protezione delle fonti, con particolare attenzione a ciò che accade nel giornalismo digitale.
Autrice dello studio è la giornalista e ricercatrice australiana Julie Posetti, che proprio a Perugia ha presentato gli 11 punti per misurare l'efficacia delle norme per la protezione delle fonti nell’era digitale. Lo studio, inoltre, dedica attenzione anche alle giornaliste, più esposte a rischi sia online che offline nella gestione dei rapporti con le fonti.
Anche il Consiglio d’Europa è intervenuto sulla sicurezza dei giornalisti, adottando lo scorso 13 aprile una serie di linee guida con la raccomandazione CM/Rec (2016)/4. Il provvedimento vuole incoraggiare gli Stati membri a rivedere la legislazione nazionale in materia di libertà dei media per assicurarsi che sia conforme con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
Tornando agli appuntamenti per la Giornata internazionale, la Federazione Nazionale Stampa Italiana organizza a Reggio Calabria, sempre martedì 3 maggio, un’iniziativa che ricorderà anche i giornalisti uccisi da mafie e terrorismo. La manifestazione è parte della “48 ore per l’informazione”, organizzata dal sindacato dei giornalisti italiani insieme a UsigRai, Articolo 21, Reporters sans Frontieres Italia, Amnesty International Italia e Pressing NoBavaglio. Tre, invece, gli appuntamenti promossi da Ossigeno per l’informazione a Roma. Tra questi la proiezione, alle ore 20 alla Casa del Cinema, del documentario “Silencio” di Attilio Bolzoni e Massimo Cappello.
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