Formazione

Libertà di informazione: cosa davvero è in gioco

di Redazione

Mi associo volentieri al sostegno a Fa’ la cosa giusta, piccolo spazio all’interno di «Uno mattina», che quest’anno ancora tarda a decollare, espresso dall’amico Franco Bomprezzi nel suo incisivo articolo di Vita.
Come allenatore da 15 anni nel campo della disabilità mentale ho ricevuto da quel programma attenzione, rispetto e quella visibilità rare da trovare quando operi nel campo del disagio. Grazie a Fa’ la cosa giusta un messaggio di speranza è arrivato a tante persone e famiglie in difficoltà, che hanno saputo a chi rivolgersi e hanno visto che anche per loro era possibile un percorso di vera integrazione grazie alla proposta di una pallacanestro aperta a tutti e alle qualità di tutti. Quando è stato pubblicato da Franco Angeli il mio libro Uno sguardo verso l’altro, l’averlo presentato nel programma ha permesso la diffusione di un testo unico nel suo genere, adatto alla formazione di educatori sportivi, studenti, allenatori di disabili o normodotati e non a caso da allora adottato in varie università italiane.
Non posso pensare che un minicontenitore così specializzato nel valorizzare storie vere di coraggio, altruismo e apertura umana e scientifica verso chi ha bisogno possa correre dei rischi di ridimensionamento o addirittura di chiusura. Chi darebbe poi voce a persone che non parlano o lo fanno tanto piano da non essere ascoltate?
Come fa a non essere ulteriormente valorizzato uno spazio, un piccolissimo spazio in un palinsesto pieno di inutilità, così garbato nel trattare temi di disagio e dolore veri? Un programma che parla di un’Italia bella, di persone che fanno e non protestano, un programma senza intromissioni politiche o partitiche, un programma che dà coraggio e speranza a tutti in un momento di difficoltà economica mondiale.
In attesa delle telecamere Rai, vi saluto con stima e affetto


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