Welfare
Liberia: Taylor prossimo a trasferimento all’Aia
Via libera dei Paesi Bassi dopo annuncio Gran Bretagna di accogliere l'ex dittatore liberiano nelle sue carceri in caso di condanna
Il governo britannico ha annunciato ieri la sua disponibilità a accogliere nelle sue carceri Charles Taylor, l’ex dittatore liberiano incolpato di crimini contro l’attualità, nel caso di condanna definitiva. “Sono lieto di poter rispondere positivamente alla richiesta del segretario generale delle Nazioni Unite affinché, nel caso fosse riconosciuto colpevole, Charles Taylor sconti la sua pena nel Regno Unito”. Lo ha reso noto il ministro degli affari esteri britannico Margaret Beckett.
“Con l’offerta della Gran Bretagna di consentire a Taylor di scontare la sua eventuale pena, tutte le condizioni poste dal governato olandese sono state riempite” ha immediatamente fatto sapere il ministro degli esteri dei Paesi Bassi.
Quindi dopo mesi di tergiversioni, si profila la possibilità di vedere Taylor comparire davanti alla Corte penale internazionale dell’Aia, e poi, in caso di condanna, di scontare la sua pena in Gran Bretagna. E proprio la disponibilità di finire in una galera “occidentale” era la condizione sine qua non per trasferire l’ex dittatore liberiano da Freetown (Sierra Leone) all’Aia, nei Paesi Bassi.
L’ex signore della guerra liberiano era stato incolpato nel 2003 per crimini contro l’umanità, crimini di guerra e altre violazioni dei diritti umani dal Tribunale speciale per la Sierra Leone (Tssl), giurisdizione mista creata con il sostegno dell’Onu per processare i responsabili dei crimini perpetrati durante la guerra civile sierraleonese.
Dopo il suo esilio in Nigeria, Taylor era stato arrestato e poi trasferito al Tssl, il quale sin dal principio aveva chiesto che il suo processo si tenesse all’Aia per motivi di sicurezza. Da parte sua, il governo aveva accetato questa richiesta a condizione che al momento della sua condanna definitva, l’ex presidente liberiano scontasse la sua pena al di fuori dei Paesi Bassi.
Dopo la disponibilità della Gran Bretagna, è necessaria una risoluzione Onu per il via libera al trasferimento.
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