Mondo

Liberia: drammatica la situazione sanitaria

Lo riferisce il Fatebefratelli di Monrovia

di Emanuela Citterio

Mancano acqua, luce, cibo e medicine. Una citta` di 350 milioni di abitanti, Monrovia, ora ne ospita un milione. Una drammatica testimonianza sulle condizioni sanitarie della popolazione in Liberia, in questi giorni di duro conflitto civile, arriva dall’ospedale del Fatebenefratelli di Monrovia, la capitale. “Siamo costretti a dimettere le persone in condizioni meno gravi per far fronte all?emergenza? ha detto padre Josè Antonio Soria all’agezia Misna. La struttura del Fatebenefratelli in questi giorni è diventata un punto di riferimento per la popolazione soprattutto da quando migliaia di liberiani si sono riversati nella zona meridionale della capitale, proprio dove sorge la struttura. ?Mancano le medicine: flebo, antibiotici, penicilline, buste per le trasfusioni di sangue e materiale per le operazioni chirurgiche? aggiunge il religioso lanciando una richiesta d’aiuto. La dura offensiva lanciata nei giorni scorsi dai ribelli del Lurd (Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia) contro Monrovia rende estremamente difficile muoversi in città, dove si può circolare solo in ambulanza. E? difficile raggiungere l?ospedale anche per i malati e i feriti che stanno sovraffollando la struttura rendendo problematiche le condizioni di assistenza. L?ospedale sorge di fronte all?oceano: 140 posti letto che diventano 200 nei momenti di massima emergenza, che coincide sempre con gli scontro armati. Degli 80 medici registrati in Liberia solo 26 attualmente stanno lavorando a pieno regime e lo fanno in condizioni “estreme”. “Il bacino di utenza è vastissimo- conclude il Fatebenefratelli – su tre milioni di Liberiani più di un milione vive a Monrovia, concentrato nella zona sud della città dove stanno arrivando anche i profughi della Sierra Leone e della Costa d?Avorio. Monrovia, abituata ad una popolazione di 350 mila abitanti, si trova ora in condizione di sovraffollamento ed i servizi, già carenti, non riescono a reggere le necessità. Scuole, chiese, negozi sono stati occupati dagli esuli che non hanno a disposizione nulla: i bambini arrivano in ospedale con gravissimi problemi di malnutrizione e anemia, polmoniti, malaria e spesso si è costretti a sistemarli in 3 nello stesso letto per mancanza di posto”.


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