Famiglia

Liberia, dove i bambini uccidono i bambini

Diffuso il rapporto dell'organizzazione umanitaria Human Right Watch

di Stefano Arduini

”Bambini che uccidono altri bambini”. E’ questa la guerra civile liberiana secondo un rapporto dell’organizzazione umanitaria Human Right Watch, diffuso oggi, rilanciato con evidenza dall’agenzia internazionale Fides. Secondo dati delle Nazioni Unite negli ultimi 3 anni oltre 15mila bambini hanno combattuto nella guerra civile liberiana. Nell’agosto 2003 e’ stato raggiunto un accordo tra le fazioni che ha fatto cessare i combattimenti. La fragile tregua cosi’ raggiunta pone in primo piano il disarmo e il ritorno alla vita civile dei combattenti e, in particolare modo, dei bambini soldato. Purtroppo la storia recente della Liberia insegna che senza un programma adeguato di reinserimento, questi ragazzi rischiano di riprendere le armi in un prossimo futuro.

Secondo il rapporto di Human Right Watch, infatti, molti degli attuali soldati-ragazzo avevano gia’ combattuto nella precedente guerra civile del 1989-1996 e solo un terzo di questi avevano ceduto le armi durante la compagna di disarmo del 1997. Molti ragazzi ritornarono nei villaggi di origine, ma senza educazione ne’ lavoro, ripresero presto a combattere quando la guerra riesplose nel 1999. Sia le forze governative sia i due principali gruppi ribelli, il LURD (Liberiani Uniti per la Riconciliazione e la Democrazia) e il MODEL (Movimento Democratico della Liberia), hanno impiegato bambini e ragazzi nei combattimenti. Secondo gli operatori umanitari, i ragazzi sono stati sottoposti a sevizie e violenze di ogni genere, fino al punto di venire drogati e inviati in prima linea. Alle ragazze sono state date le stesse responsabilita’ dei ragazzi, ma sono state anche sottoposte a ad abusi e violenze sessuali. Per impedire che bambini e ragazzi tornino a combattere, occorre garantire scuole e istruzione a tutti i liberiani. Secondo il rapporto ”molti bambini che hanno combattuto nella guerra sperano di ritornare a scuola ma non sono ingrado di sostenere le tasse e le altre spese relative all’istruzione”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.