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Liberia: Bush e una guerra lunga 14 anni

Una scheda per capire

di Redazione

Con la richiesta del presidente americano, George W. Bush, al segretario alla Difesa Donald Rumsfeld di inviare truppe americane per appoggiare ”una missione africana occidentale di mantenimento della pace” in Liberia, il conflitto in questo paese potrebbe arrivare ad una svolta decisiva. Il presidente americano George W. Bush ha chiesto oggi al segretario alla Difesa Donald Rumsfeld di posizionare ”un numero appropriato” di truppe americane al largo della costa della Liberia, devastata dalla guerra civile. Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca. Gli scontri, che durano oramai da 14 anni, sono ripresi il 18 luglio scorso con un nuovo assalto alla capitale Monrovia dei ribelli del Lurd (Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia), ed hanno riportato il caos in tutto il Paese. Il primo scontro che ha generato questo conflitto risale al 1989, quando l’attuale presidente, Charles Taylor, diventa capo del gruppo ribelle Fnlp (Fronte nazionale patriottico della Liberia) ed estromette l’allora presidente Samuel Doe, al comando del Paese dal 1980. Un anno dopo, nel 1990, quando i ribelli del Fnlp controllano gran parte del Paese, l’ Ecowas, Comunita’ economica degli Stati dell’Africa occidentale, decide di inviare una forza di interposizione. Doe, che e’ ancora prigioniero del Fnlp, viene torturato a morte dal gruppo di Taylor. Nel 1992, le trattative nel frattempo intavolate tra Ecowas e Fnlp non portano ad una soluzione pacifica, ma diventano invece spunto per lo scontro aperto. Il Fnlp viene cacciato da Monrovia dall’Ecowas, ma il conflitto coinvolge anche la Sierra Leone. Soltanto nel 1995 i gruppi ribelli del Fnlp e del Lurd, che nel frattempo e’ entrato nel conflitto, arrivano ad un accordo sul disarmo. Il documento viene firmato e, tutto sommato, rispettato fino al 1999. Prima del 1999, in un clima di provvisoria calma, la Liberia arriva alle elezioni legislative del 1997 e Taylor viene eletto presidente. Nello 1999 gli scontri riprendono quando gruppi ribelli del Lurd venuti dalla Guinea attaccano dal nord della Liberia, ma e’ nel 2000 -quando gli scontri tra i ribelli e le forze governative si fanno consistenti- che la guerra riprende in tutto il territorio. Dopo il 2000, il conflitto e’ scandito da episodi piu’ o meno sanguinosi, fino ad arrivare al 2002, quando migliaia di profughi si riversano per strada per fuggire dal Paese e il leader del Lurd dichiara di voler ”cacciare Taylor dalla Liberia”. Il periodo che segue vede uno controllo sempre piu’ forte del Lurd delle grandi citta’ del nord-ovest fino a maggio 2003. In quello stesso mese, il Model, un nuovo movimento ribelle, prende il controllo del sud-est liberiano e, il 4 giugno scorso, il tribunale speciale per i crimini di guerra in Sierra Leone condanna Taylor per i suoi soprusi in Liberia e in Sierra Leone. Poco dopo, i combattimenti riprendono a Monrovia e George W. Bush invita Taylor a lasciare il potere. Il 17 giugno viene siglato un cessate il fuoco tra il governo e i ribelli ad Accra e l’Onu chiede un dispiegamento delle forze multinazionali in Liberia. A luglio, Taylor dice che si dimettera’ solo se ci sara’ l’intervento di una forza internazionale e valuta la proposta di asilo della Nigeria. L’ Ecowas approva nel frattempo l’invio di 3.000 uomini in Liberia, mentre l’Onu insiste sull’intervento degli Stati Uniti nel conflitto liberiano. Il 19 luglio scorso, il Lurd e’ alle porte di Monrovia e lancia una nuova e sanguinosa offensiva. I ribelli hanno sfondato ieri le linee dei governative per circa 800 metri da un ponte di accesso al centro di Monrovia.


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