Welfare

Libera lancia la pasta antimafia

Arriva Libera-Terra, frutto del lavoro del Consorzio "Sviluppo e legalità", creato con i beni sequestrati alle cosche

di Giampaolo Cerri

Un piatto di pasta può aiutare a sconfiggere le mafie. Libera-Terra, così si chiama l?alimento prodotto nei campi confiscati a Cosa Nostra, verrà presentato in un conferenza stampa a Roma il 27 novembre prossimo (sala Esedra del Residence di Ripetta, via Di Ripetta 231). E? il primo frutto del lavoro della cooperativa sociale Placido Rizzotto – Libera Terra, nata esattamente un anno fa per iniziativa dell?Associazione Libera, della Prefettura di Palermo e del Consorzio ?Sviluppo e legalità? (composto dai comuni di Altofonte, Camporeale, Corleone, Monreale, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipirello e San Giuseppe Jato), con l?aiuto di Sviluppo Italia, Sudgest e Italia Lavoro. All?iniziativa parteciperanno: Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, rappresentanti del Governo, della cooperativa, delle amministrazioni comunali, della Prefettura di Palermo e della Lega delle Cooperative, che distribuisce la pasta presso i punti vendita CoopItalia. L?incontro sarà, anche, l?occasione per fare il punto sulla legge n. 109 del 7 marzo 1996 (Disposizioni in materia di gestione dei beni sequestrati o confiscati). Una norma, che ha avuto il merito di innovare la destinazione dei beni, restituendo loro un valore sociale e d?indennizzo alla collettività, ma che necessita di aggiustamenti per snellire l?iter burocratico e ampliarne la casistica. La lentezza delle pratiche si deduce dai numeri: al 9 ottobre 2001, in tutta Italia, erano stati confiscati 3.297 immobili, 337 aziende, 1.524 beni mobili e 2.157 beni mobili registrati. Di tutto questo patrimonio, soltanto 1.205 sono stati i beni destinati e ancor più basso il numero di quelli assegnati e utilizzati: 610. L?associazione Libera (protagonista della battaglia che portò all?approvazione della 109), ha intenzione di promuovere una nuova petizione popolare per sostenere il riesame della norma. Nella petizione si chiederà tra l?altro: 1. che sia individuato un soggetto amministrativo unico, costituito ad hoc, per occuparsi dei beni dal momento del sequestro sino a quello di assegnazione. 2. che sia mantenuta l’impossibilità della vendita dei beni immobili confiscati e la loro attuale destinazione sociale, impedendo che tornino attraverso prestanome in mano alle organizzazioni criminali. 3. che sia istituito un albo degli amministratori per i beni sequestrati e confiscati, in modo da garantire maggiore trasparenza. Inoltre, visto che durante l’iter legislativo di approvazione della legge 109, il riferimento ai beni confiscati ai corrotti fu stralciato; questa nuova raccolta di firme chiederà che l?individuazione, il sequestro e la confisca dei beni ai corrotti diventino una priorità politica e legislativa nazionale e che, questi beni, siano destinati a un uso collettivo e sociale.


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