Economia

Libera impresa sociale in libero mercato.

Cooperative, caccia ai nuovibusiness

di Riccardo Bonacina

Qualche settimana fa, Giulio Tremonti, superministro dell’Economia, se n’è uscito con questo slogan: «Noi vogliamo meno Stato e più mercato, cioè più società». Non sappiamo se Tremonti sottintendesse, con quella congiunzione esplicativa, l’equivalenza tra società e società per azioni, speriamo non abbia voluto suggerire un’identificazione tra mercato e società civile, di certo non pensava alle società cooperative. Citiamo il lapsus linguistico del ministro dell’Economia perché dice, più di tanti discorsi, il nodo culturale che le organizzazioni della società civile e dell’economia sociale si sono trovate ad affrontare con la nuova compagine governativa. Far capire che il Terzo settore non ha mai chiesto protezioni ma rappresentanza, convincere che le imprese sociali non chiedono il privilegio di un recinto ma pari opportunità nel mercato.
Certo occorrerebbe una concezione davvero liberale di mercato, una visione che preveda una pluralità di soggetti giuridici e di impresa e a tutti garantisse un’eguale condizione di partenza. Ma, come la storia, non solo italiana, ci sta insegnando, il capitalismo, spesso, non ha niente a che vedere con una concezione liberale dell’economia. Giacché il sogno di ogni capitalista resta, infine, quello di diventare monopolista. E non c’è monopolio od oligopolio senza assistenzialismo, senza posizioni di rendita garantite dalla politica. Perciò, continuiamo ad assistere, qualsiasi maggioranza politica governi, all’inveterato vizio capitalistico di «privatizzare gli utili e socializzare le perdite».
In questo numero di Socialjob lanciamo un’idea che può sembrare provocatoria, ma che in effetti non lo è (provate a leggere le esperienze raccontate nelle pagine che seguono): è proprio l’impresa sociale la cartina tornasole di un corretto regime di concorrenza tra soggetti del mercato. L’impresa sociale nasce infatti per essere impresa e per essere competitiva. Lo dicono i numeri, le storie imprenditoriali personali e collettive, lo ha ricordato anche il presidente della Camera, Casini, nel recente incontro promosso da Federsolidarietà in occasione dei dieci anni della legge 381: «La cooperazione sociale non è solo strumento di solidarietà; essa è anche strumento di ricchezza». Una ricchezza per tutti, una ricchezza che include. Il ministro Maroni ha promesso un testo governativo sull’impresa sociale, un testo che medi tra sei proposte arrivate sul suo tavolo. Speriamo bene!

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