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Libano, rinnovata la missione sanitaria per i bambini siriani

Prosegue fino a maggio il progetto promosso dal Pontificio Consiglio "Cor Unum", Caritas Libano e Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, col sostegno della Fondazione Raoul Follereau. Oltre 2mila i bambini visitati nei campi profughi della Bekaa

di Redazione

Proseguirà fino alla fine di maggio la missione sanitaria nei campi profughi della Bekaa, avviata a dicembre con una durata iniziale di tre mesi e promossa dal Pontificio Consiglio Cor Unum, Caritas Libano e Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Il rilancio della missione ha anche il sostegno della Fondazione Raoul Follereau.
«La scelta di continuare il progetto è importante per assicurare la sostenibilità dei servizi e garantire un impatto a lungo termine dei benefici della missione sul piano sanitario, per quanto la situazione resti grave e difficile», spiega il presidente dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Giuseppe Profiti.

Il presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum", cardinal Robert Sarah aggiunge: «Prosegue positivamente la stretta collaborazione che strutture diverse della Santa Sede, accomunate dalla condivisione della pastorale della carità e dalla testimonianza del Vangelo verso gli ultimi, hanno saputo e voluto sviluppare» e commenta: «È il segno di una Chiesa che si muove con un cuore solo, e in particolare oggi vogliamo ringraziare la Fondazione Follereau per il suo impegno che ci permette di continuare ad aiutare i bambini siriani profughi in Libano»

La missione è composta da un’Unità Medica Mobile che visita i diversi campi profughi con l'ausilio di un medico e un infermiere pediatrico, per offrire un'assistenza sanitaria di base ai bambini fuggiti dalla Siria con le loro famiglie. Le difficili condizioni atmosferiche, in questi mesi invernali, con la neve che spesso bloccava la strada, hanno ostacolato non poco l'attività dell'unità mobile. Inoltre, la Bekaa è una regione a maggioranza musulmana al confine con la Siria, dove per le distanze e per le insicurezze politico-militari la situazione è più disagiata e non vi sono strutture né personale disponibili a curare i bambini siriani

Da dicembre 2013 a marzo 2014 sono stati visitati 2000 bambini nei campi profughi. Tra assistenza infermieristica, visite pediatriche e somministrazione di farmaci sono state offerte oltre 7mila prestazioni sanitarie. La maggior parte dei bambini soffre di infezioni del tratto respiratorio, malattie polmonari, dolore psicogeno, eczemi e infezioni cutanee tipo leishmania, scabbia, pediculosi, tinea, etc. Sono state distribuite gratuitamente medicine per malattie acute e croniche, sulla base della prescrizione medica. I medici hanno spiegato ai pazienti le modalità di somministrazione e fornito suggerimenti nutrizionali, istruzioni igieniche e sanitarie.

«Il numero dei bambini siriani che beneficiano dei servizi della missione è in continuo aumento, anche perché è in aumento il numero complessivo di profughi che arrivano in Libano» raccontano dalla Caritas Libano padre Simon Faddoul e padre Paul Karam, nuovo presidente. «Il progetto è stato in grado di fornire servizi di assistenza sanitaria di base a quanti vivono principalmente a Deir El Ahmar, dove Caritas Libano è l'unica Ong ad operare».

Nella sede Caritas di Deir El Ahmar si sta costruendo, con il contributo di tutti i partner coinvolti, una struttura dedicata ai bambini siriani e alle loro famiglie, dove verrà realizzato un ambulatorio, un centro sociale per la distribuzione del materiale (farmaci, materassi, coperte, alimenti, pannolini, etc.) e dove si svolgeranno i corsi essenziali di educazione socio-sanitaria.
 

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