Volontariato

Libano: le mine e le bombe cluster dopo la guerra

Dal cessate il fuoco del 14 agosto hanno già causato la morte di 11 persone, oltre 40 sono rimaste ferite. Molti sono bambini. Da Beirut Marco Rotelli

di Redazione

Beirut, 30 Agosto 2006 Marco Rotelli ?La guerra non è morta, è sepolta?, diceva uno spot televisivo di Intersos, qualche anno fa, riferendosi alle mine presenti in Angola, in Afghanistan, nei Balcani. Ora, qui in Libano, stiamo purtroppo constatando che non è più solo sepolta: è nascosta tra le macerie delle case distrutte, abbandonata nei campi, appesa fra i rami degli alberi. Le bombe cluster cadendo a grappoli rimangono impigliate ovunque se non esplodono al primo contatto. Le bombe cluster sono contenitori lanciati dagli aerei, che si aprono in aria liberando centinaia di piccoli cilindri fortemente esplosi che scendono lentamente grazie ad un piccolo paracadute, riuscendo cosi a sparpagliarsi su una vasta area di territorio. Quel piccolo paracadute è spesso oggetto della curiosità dei bambini che, muovendo la bomba, la fanno esplodere e vengono uccisi; spesso sono difficili da identificare tra le macerie e la vegetazione; essendo piccole vengono spesso ritenute inoffensive. Secondo i dati ufficiali, dal cessate il fuoco del 14 agosto sono già morte 11 persone e oltre 40 sono rimaste ferite. Molti sono bambini. Gli ordigni inesplosi sono ovunque e rendono difficile la distribuzione degli aiuti ma soprattutto la vita quotidiana della popolazione civile che è tornata ai villaggi e che sta cercando di ritrovare la normalità. Non è possibile quindi tardare ad intervenire: i bambini continuano a giocare, le bombe li aspettano.

Le proiezioni del cartone animato di Intersos che insegna ai bambini ed ai giovani libanesi i rischi degli ordigni inesplosi presenti sul terreno, sono la prima risposta che abbiamo voluto dare a questa emergenza. Giorno dopo giorno un numero crescente di bambini capiscono che quei piccoli oggetti non sono un gioco e che occorre adottare misure di attenzione, prudenza e coinvolgimento dei grandi, dato anche che ci vorrà tempo per rimuoverle tutte. Intersos grazie alla sua esperienza nel settore dello sminamento e dell?educazione al rischio mine ha sviluppato immagini semplificate, storie e giochi che permettono di trasmettere dei messaggi chiari ai più giovani, proteggendoli dai pericoli che la guerra lascia sul campo. Le aree e gli obiettivi dell?intervento sono estesi: contiamo di raggiungere 60.000 giovani nelle prossime settimane tra Nabatiyeh e Tiro, zone tra le più colpite e, indirettamente, anche i loro genitori.


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