Mondo

Libano: Israele bombarda l’Onu. Quattro Caschi Blu uccisi

Rabbia di Annan, "attacco deliberato", risposta di Olmert, "non è vero ma apriremo un'ampia indagine", "forte condanna" della Cina (una delle vittime era di Pechino)...

di Paolo Manzo

E’ di almeno quattro osservatori dell’Onu uccisi il bilancio del raid dell’Aviazione israeliana sul Libano meridionale di ieri, durante il quale una bomba d’aereo ha centrato direttamente una postazione dell’Unogil, il Gruppo di Osservazione delle Nazioni Unite attivo dalla fine degli anni ’40 nel Paese dei Cedri. Lo hanno denunciato fonti dei servizi di sicurezza libanesi. In precedenza l’avvenuto attacco sulla base internazionale era stato reso noto da Milos Strugar, portavoce dell’Unifil, la Forza Internale dei ‘caschi blu’ operante dal ’78; Strugar si era peraltro limitato a parlare genericamente di “vittime”. “Una bomba d’aereo e’ piombata direttamente sull’edificio che fungeva da rifugio nella base del Gruppo degli Osservatori delle Nazioni Unite in Libano dell’area di Khiam”, aveva dichiarato Strugar. “Ci sono vittime tra gli osservatori. Una squadra di soccorso dell’Unfil inviata sul posto si trova la’, ma non e’ finora stata in grado di rimuovere le macerie”. Stando alle prime, confuse notizie che sono giunte dal sito bombardato, la palazzinma sarebbe completamente crollata, seppellendo gli osservatori Onu che si trovavanmo al riparo nel rifugio sottostante. “Nel pomeriggio c’erano stati altri quattordici episodi di fuoco da parte israeliana vicino alla stessa postazione, e le sparatorie sono proseguite anche durante l’operazione di soccorso”, aveva aggiunto il portavoce dei ‘caschi blu’. Dal canto loro fonti giornalstiche presenti a Metulla, villaggio situato subito sull’altro lato del confine nell’estremo nord d’Israele, hanno affermato che sulla zona pesanti bombardamenti continuano a infuriare. La collina di Khiam era sede di una prigione per presunti miliziani islamici durante i lunghi anni dell’occupazone israeliana nella cosiddetta ‘fascia di sicurezza’, abbandonata dalle forze dello Stato ebraico solo nel maggio 2000; in seguito e’ peraltro diventata un importante bastione di Hezbollah. Kofi Annan si e’ detto “sotto shock e profondamente angosciato” per quello che ha definito “l’attacco apparentemente deliberato” dell’Aviazione israeliana contro una postazione nel Libano meridionale degli osservatori dell’Onu, quattro dei quali avrebbero perso la vita. Il segretario generale delle Nazioni Unite, a Roma per la conferenza internazionale sulla crisi libanese che si terra’ domani, ha quindi sollecitato “le Forze di Difesa israeliane” a intraprendere subito un’inchiesta sull’accaduto. Stando alla portavoce di Annan, Marie Okabe, “ci sono due nostri osservatori militari di cui e’ stato confermato il decesso, e altri due che si teme siano morti”. Stando a fonti dei servizi di sicurezza libanesi, le vittime sarebbero state di nazionalita’ austriaca, finlandese, canadese e cinese. Il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha espresso oggi il suo ”profondo rincrescimento” per l’uccisione ”per errore” di quattro caschi blu della forza Onu in Libano dell’Unifil. Olmert ha telefonato questa mattina al segretario generale dell’Onu Kofi Annan, a Roma per la Conferenza internazionale sul Libano, e ha promesso ”un’estesa indagine” sui fatti i cui risultati saranno condivisi con l’Onu, riferisce un comunicato dell’ufficio del premier israeliano. Olmert ha tuttavia espresso le sue ”riserve” sulle dichiarazioni di ieri di Annan, quando il segretario dell’Onu ha parlato di attacco ”apparentemente deliberato”. Reazione forte da Pechino, che ha espresso oggi ”profondo choc” per l’uccisione di quattro caschi blu della misisone Onu dell’Unifil, uno dei quali cinese, durante un raid israeliano nel Libano meridionale. Il portavoce del ministero degli Esteri Liu Jianchao ha espresso ”forte condanna” per il raid israeliano e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il portavoce si e’ anche rivolto ”alle parti interessate, specialmente Israele, perche’ intraprendano tangibili misure per assicurare la saicurezza delle forze di pace Onu”. ”La Cina -ha aggiunto- lavorera’ con la comunita’ internazionale, in vista di ulteriori sforzi diplomatici per portare il Medio Oriente ad una situazione di pace e stabilita’ al piu’ presto”. L’assistente ministro degli Esteri cinese Zhai Jun ha telefonato oggi all’ambasciatore israeliano in Cina, Yehoyada Haim esprimendo la sua condanna. L’ambasciatore ha presentato le scuse del suo governo e promesso un’indagine approfondita sui fatti. Oltre al casco blu cinese, Du Zhaoyu, sono stati uccisi un finlandese, un austriaco e un canadese della misisone Unifil.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA