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Libano: esercito in stato di massima allerta
Domani si celebreranno i funerali dell'ex premier Rafik Hariri mentre la tensione sale. Al Qaeda, intanto, nega ogni coinvolgimento e accusa Siria e Israele
di Paolo Manzo
Stato di massima allerta per l’esercito libanese, all’indomani dell’attentato di Beirut, nel quale è rimasto ucciso l’ex premier Rafik Hariri, i cui funerali si terranno domani. In un comunicato delle Forze armate si legge che è stata ”ordinata la mobilitazione generale di tutte le unità dell’esercito, lo stato di allerta è stato elevato al massimo per salvaguardare la stabilità”.
”L’esercito ha preso misure preventive in varie regioni per salvaguardare la stabilità, ha dispiegato pattuglie nelle strade della capitale e in altre regioni e ha istituito checkpoint”, prosegue la nota, precisando che sono stati richiamati tutti i militari in permesso e le ferie sono state sospese. Intanto, mentre nel Paese dei cedri è iniziato il primo dei tre giorni di lutto per le vittime del più devastante attentato dalla fine della guerra civile (1975-1990), la stampa di Beirut dà voce ai timori che l’uccisione di Hariri possa destabilizzare il Libano, aprendo la strada a un rafforzamento dell’intervento internazionale. ”La preoccupazione maggiore al momento è come impedire che il Libano vacilli sull’orlo dell’abisso – scrive in un editoriale il quotidiano ”Daily Star” – La leadership di Beirut e Damasco devono agire molto velocemente per evitare un intervento internazionale che potrebbe di nuovo far ripiombare il Levante nel caos”. Il giornale di sinistra ”As-Safir” ha citato quelle che sarebbero state le ultime parole pronunciate dall’ex premier con alcuni giornalisti in un caffé fuori dal Parlamento, qualche minuto prima di essere ucciso: ”Errori sono stati commessi e continuano a essere commessi…Tutti dovrebbero capire che il Libano non può continuare senza un accordo internazionale e uno con la Siria”.
Nel frattempo Al Qaeda ha smentito il coinvolgimento dei gruppi islamici nell’attentato contro l’ex premier libanese Rafik Hariri, puntando l’indice – in una nota sul web – contro l’intelligence di Beirut, siriana e israeliana.
”Dare la colpa a jihadisti e ai gruppi salafiti per quanto successo a Beirut è una totale montatura – si legge in un comunicato firmato dall”’Organizzazione di Al Qaeda nel Levante” e pubblicato su un sito web solitamente usato da Al Qaeda – Le priorità dei gruppi jihadisti nel Levante sono di sostenere i nostri fratelli in Iraq e nella Palestina, non di far saltare auto in aria. Questa è chiaramente un’operazione che è stata pianificata dalle agenzie di intelligence…e noi diamo la colpa al Mossad, al regime siriano o al regime libanese”.
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