Circa il 45% dei profughi libanesi sono bambini secondo le stime dell’Unicef. Un dato drammatico che si va ad aggiungere agli altri fattori di crisi che hanno investito in modo catastrofico in queste settimane il Libano. Intanto l’Unicef ha dato notizia che aiuti umanitari sono arrivati nella citta’ di Tiro, gravemente colpita dal conflitto in corso nelle ultime ore. Per questo l’Agenzia delle Nazioni Unite chiede l’apertura di corridoi umanitari protetti per distribuire aiuti ai bambini che si trovano in stato di necessita’ a seguito del confitto mediorientale. La richiesta viene dal direttore generale dell’Unicef, Ann Veneman: ”E’ urgente raggiungere questi bambini con aiuti di emergenza e scorte, che possono fare la differenza tra la vita e la morte”. Veneman ha altresi’ chiesto ”rispetto per la neutralita’ e la sicurezza di tutti gli operatori umanitari”, deplorando l’uccisione, martedi’ scorso, dei quattro osservatori Onu. L’Unicef stima che il 45% dei 700.000 sfollati siano bambini, di cui molti bisognosi di acqua potabile, servizi igienici funzionanti e medicine. ”Coloro che hanno la fortuna di sopravvivere – ha affermato il vicedirettore Unicef, Rima Salah – spesso devono assistere alla morte o al ferimento di persone care e alla devastazione dell’ambiente in cui sono cresciuti. Per loro questi avvenimenti sono fonte di costante terrore e ansieta’. Le famiglie sfollate ora devono fare i conti con la paura di soffrire per carenza di assistenza medica, acqua pulita e medicine”. Intanto l’Unicef ha annunciato che un primo convoglio umanitario, con oltre 40 tonnellate di aiuti per l’infanzia, e’ giunto nelle scorse ore a Tiro e ha lanciato un appello alla raccolta di fondi per aiuti immediati all’infanzia in Libano.
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