Welfare

L’Fmi abbassa le stime 2013 del Pil italiano

La previsione per l'anno in corso psrla di una contrazione dell'1,8% della nostra economia (-0,3 punti percentuali sulle stime di aprile) mentre per il 2014 stima una crescita dello 0,7%

di Redazione

Il Fondo Monetario Internazionale rivede al ribasso le stime sull'andamento del Pil italiano per il 2013 ma rialza quelle per il prossimo anno. Nell'aggiornamento del World Economic Outlook, l'Fmi prevede per l'anno in corso una contrazione dell'1,8 % della nostra economia (-0,3 punti percentuali sulle stime di aprile) mentre per il 2014 vede una crescita dello 0,7% (+0,2 punti).

Non va meglio a livello globale. Il Fondo Monetario Internazionale rivede al ribasso le stime sulla crescita globale per l'anno in corso e per il 2014: il taglio è di 0,2 punti percentuali e porta l'andamento del Pil mondiale per il 2013 a +3,1% mentre per il prossimo anno la ripresa dovrebbe far segnare +3,8%. Nell'aggiornamento del World Economic Outlook, appena diffuso, l'Fmi parla di una crescita globale 'modesta' per via di una «domanda interna notevolmente più bassa e di una crescita più lenta in molte fra le principali economie emergenti, ma anche per la recessione che si protrae nell'Eurozona». Nel documento si evidenzia come «continuino a dominare i rischi al ribasso per la crescita globale».

L'Eurozona resterà in recessione anche nel 2013 con una contrazione del Pil (-0,6%) più forte del previsto di 0,2 punti percentuali. Anche per il prossimo anno, invece, l'Fmi vede un andamento più basso del previsto con un Pil in crescita dello 0,9% (-0,1 punti sulle stime di aprile). Sull'andamento della zona euro, si legge nel documento, pesano i fattori comuni all'economia mondiale – aumento della volatilità dei mercati finanziari e calo della domanda interna in molte economie – ma anche i ritardi nell'attuazione delle politiche necessarie per uscire dalla crisi. Fra gli elementi chiave, il Fondo identifica la necessità di interventi nel settore bancario, con una revisione degli asset degli istituti e la definizione dei fabbisogni di capitale con un supporto diretto da parte dell'European Stability Mechanism, in caso di problemi. Ma l'Fmi soprattutto evidenzia come l'Eurozona debba muovere verso una piena unione bancaria, affiancata da un “forte” meccanismo di risoluzione unica.

Il Fondo sottolinea anche la necessità di riforme strutturali nelle maggiori economie, per ridurre la frammentazione dei mercati finanziari nella zona euro e modificare in un'ottica orientata alla crescita i mercati del lavoro e della produzione.

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