Non profit
L’ex guerrigliero scende in campo per la pace
Parla Daouda Aliyou, leader della Forza dei volontari del popolo
di Redazione

«Abbiamo aderito al principale partito di opposizione nella speranza che nel 2011 si tengano elezioni trasparenti». Obiettivo: una maggiore autonomia da Lagos Ex leader di un movimento armato per la difesa degli interessi del Delta del Niger, Mujahid Dokubo Asari è oggi membro del principale partito di opposizione della Nigeria. Nel 2004, Asari passa alla lotta armata fondando la Forza dei volontari del popolo del Delta del Niger, il più importanto gruppo ribelle dell’area. Il suo movimento riesce a bloccare la produzione ma, contrariamente ad altri gruppi armati, non distrugge le installazioni petrolifere. Arrestato nel 2006 per alto tradimento sotto la presidenza Obasanjo, è rilasciato un anno dopo dal presidente Yar’Adua che, desideroso di riappacificare la regione, concede l’amnistia a numerosi militanti armati.
Vita: Che cosa giustifica il suo impegno politico?
Mujahid Dokubo Asari: Rivendichiamo il controllo delle risorse. Come minimo, una spartizione equa delle ricadute finanziarie e lo sviluppo dell’area. Il 95% delle entrate del governo nigeriano proviene dal nostro territorio. Il versamento del 13% dei profitti petroliferi alla regione è una misera ricompensa concessa agli accoliti del potere centrale. Più del 70% delle nostre popolazioni sono povere; non c’è occupazione per i giovani, e non ci sono infrastrutture. Questo nonostante la zona produca ogni giorno oltre due milioni di barili di petrolio!
Vita: Per lei quella di non sviluppare il Delta è una scelta deliberata?
Asari: Il potere centrale pensa che se la nostra regione si sviluppa, allora organizzeremo la secessione.
Vita: Esiste, secondo lei, una soluzione per risolvere questa crisi?
Asari: Io e i miei partigiani abbiamo aderito al principale partito di opposizione (Action Congress) nella speranza che nel 2011 si tengano elezioni trasparenti. Non contiamo più sul potere centrale. Dopo Yar’Adua, un’altra amministrazione si presenterà a noi con una nuova Road Map. È così da 50 anni.
Vita: Che cosa pensa dell’amnistia concessa nel giugno scorso dal presidente Yar’Adua?
Asari: È una commedia! Violando la Costituzione il presidente decide in modo unilaterale di concedere l’amnistia a gente che non conosce, soltanto perché la produzione petrolifera è minacciata.
Vita: Tuttavia nella regione c’è una calma apparente e da luglio la produzione di greggio è tornata ad aumentare…
Asari: Il presidente cerca di contenere i problemi sino al termine del suo mandato, nel 2011, così da consegnare il fardello al suo successore. È la stessa logica adottata dall’ex presidente Obasanjo quando aveva promesso 20mila posti di lavoro.
Vita: Nel caso in cui un giorno accediate al potere, quali sarebbero le sue priorità?
Asari: Rivedere la ripartizione degli introiti petroliferi, creare posti di lavoro per i nostri militanti fra cui il 60% non ha un diploma universitario; mettere in piedi infrastrutture sociali e incoraggiare gli investimenti esteri nella regione.
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