Volontariato

Leva, Amesci: “Che ne sarà del servizio civile nazionale?”

Borrelli, presidente dell'associazione: "L'impalcatura sociale del paese rischia il collasso"

di Redazione

?Con la sospensione della leva obbligatoria e con la preoccupante incertezza sul futuro del servizio civile nazionale l’impalcatura sociale del nostro paese rischia di avere un tremendo collasso.? E’ quanto dichiara Enrico Maria Borrelli, Presidente Nazionale AMESCI e membro della Consulta Nazionale per il Servizio Civile. ?E’ giusto riformare il nostro modello di difesa militare dopo la fine della guerra fredda e la caduta del muro del Berlino poiché non sono concrete le preoccupazioni sull’entrata in guerra del nostro Paese. E’ pericoloso invece – spiega Borrelli – dimenticarsi che la difesa del nostro Paese si attua con la tutela dei più deboli, la lotta all’emarginazione e al disagio sociale, la difesa dell’ambiente e l’educazione dei giovani, con tutto ciò per cui il Servizio Civile si adopera da oltre trent’anni.? ?Nel 2004 ci saranno stati 67.800 giovani impegnati in attività sociali, ambientali e culturali a beneficio delle comunità locali. Cifre che nel 2005 rischiano di scendere drasticamente a 7.000 a causa dell’incapacità del Governo di trovare adeguati finanziamenti – continua Enrico Maria Borrelli -. Se pensiamo che il costo della sola Porta Aerei ?Cavour? finanzierebbe adeguatamente il servizio civile per circa 25 anni, viene da chiedersi se la guerra dell’Italia agli altri paesi sia o meno finita e se si possa finalmente iniziare a destinare i fondi dei contribuenti per risolvere i problemi reali dei cittadini.? ?Siamo soddisfatti per la sospensione della leva obbligatoria, che riteniamo da anni un’inutile gabella per i giovani, ma auspichiamo – conclude Enrico Maria Borrelli – che tra i costi della riforma delle Forze Armate il Governo voglia e sappia trovare anche i fondi necessari alla costruzione di un moderno sistema di difesa del paese basato su strumenti di prevenzione e di pace.?


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