Sostenibilità
L’Europa salva i rarissimi coralli bianchi dello Ionio
Divieto di pesca a strascico. La soddisfazione del WWF
di Redazione
I rarissimi coralli bianchi italiani sono salvi. La Commissione Generale
della Pesca nel Mediterraneo ha infatti vietato la pesca a strascico a
Cipro, in Egitto e a 25 miglia da Santa Maria di Leuca nelle acque del Mar
Ionio. E? la prima volta che una misura del genere viene presa su acque
internazionali, un provvedimento vincolante per tutti gli Stati che si
affacciano nel Mediterraneo. La decisione del Comitato scientifico e della
Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo, è di estrema importanza
per la tutela di alcuni degli ecosistemi marini di acque profonde più
fragili del mondo, come riconosciuto dalla comunità scientifica
internazionale.
In Italia, a circa 20 miglia a largo di Santa Maria di Leuca, è presente
una rarissima barriera corallina a 550-1100 metri di profondità, dominata
da coralli bianchi costruttori di barriere (Lophelia pertusa e Madrepora
oculata), e caratterizzata da una distribuzione a macchie. La scoperta si
deve a studiosi del Conisma, dell?Università di Bari e del CNR.
Il WWF aveva indicato già lo scorso anno la necessità di tutelare quest?
area. A differenza delle barriere coralline di acque profonde dell?
Atlantico, quelle mediterranee, sono state studiate pochissimo proprio
perché estremamente rare: riteniamo pertanto più che mai corretto imporre
sull?area una particolare protezione dalla pesca a strascico che, si sa, ne
potrebbe compromettere la sopravvivenza, e di conseguenza impedire quell?
attività di studio che invece merita.
Inoltre va riconosciuto al corallo di mare profondo di essere un habitat che
funziona come un?oasi nel deserto, dando rifugio a una grande diversità di
specie che comprendono anche crostacei e specie ittiche di interesse
economico, come lo scorfano di fondo e il gambero rosso. La sovrapposizione
nella crescita dei diversi organismi crea infatti una struttura
tridimensionale complessa, che fornisce nicchie e substrati ecologici adatti
a loro volta ad altri insediamenti.
Per l?Italia, infine, è questa un?occasione unica per ottenere maggiore
attenzione verso gli ecosistemi marini non solo dei nostri mari, ma di
tutto il bacino Mediterraneo, sempre più delicato e a rischio.
Il WWF, ricordando il patrimonio del Mediterraneo e la sua fragilità, spera
che questo divieto venga in primo luogo rispettato e che si effettuino
controlli frequenti anche volti a contrastare il fenomeno deleterio della
pesca illegale, su cui il WWF ha creato un?alleanza con l?associazione di
pescatori AGCI Agrital. Il WWF è inoltre impegnato nel promuovere un?altra
area di tutela, il Santuario della biodiversità Marina che comprenda le
acque italiane delle Isole Pelagie e quelle vicine delle coste della Libia,
Tunisia e Malta.
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