Salute pubblica

L’Europa “impone” aria più pulita, il governo e la Lombardia chiedono subito la deroga

L'Europarlamento fissa obiettivi molto ambiziosi sulla qualità dell'aria, puntando al rispetto delle linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità entro il 2035. Si oppone la Lombardia, con Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, che pure sono tra le più inquinate d'Europa. «Una misura a tutela della salute dei cittadini», dice Damiano Di Simine di Legambiente Lombardia

di Elisa Cozzarini

Più che qualsiasi altro luogo, la revisione della normativa sulla qualità dell’aria in discussione ora in Europa riguarda la Lombardia e la Pianura Padana, una delle aree più inquinate al mondo. Il Parlamento Ue, con il voto dello scorso 13 settembre, ha alzato l’asticella per un ambiente pulito e sano, rispetto alla proposta iniziale elaborata dalla Commissione Ue, e ha fissato come obiettivo al 2035 il rispetto delle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il testo, approvato con 363 voti a favore, 226 contro e 46 astensioni, è la base per la negoziazione della norma finale entro le prossime elezioni europee. 

«Lo ammettiamo, è un traguardo davvero sfidante per il Nord Italia, quello che pone l’Europarlamento, a causa delle condizioni orografiche della Pianura Padana, che amplificano gli effetti dell’inquinamento e li rendono più perduranti», commenta Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. «Ma la salute dei cittadini dovrebbe avere lo stesso valore in qualsiasi zona d’Europa. Le nuove regole dovrebbero spingere a un impegno maggiore per raggiungere gli stessi obiettivi, non a chiedere deroghe, come invece hanno fatto Regione Lombardia, in prima linea, con Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, e con il governo italiano». 

Negli Stati dell’Ue, l’inquinamento atmosferico continua a essere la prima causa ambientale di morte prematura, con 300.000 decessi all’anno. Le sostanze inquinanti più dannose sono le PM2,5, le PM10, il biossido di azoto (NO2), il biossido di zolfo (SO2) e l’ozono (qui la mappa che mostra la qualità dell’aria nelle città europee). La nuova legislazione in discussione, migliorando la qualità dell’aria, punta a rispondere alle aspettative dei cittadini in materia ambientale, emerse dal processo dal basso attraverso cui si è raccolta l’opinione della popolazione, nella Conferenza sul futuro dell’Europa.

Gli eurodeputati chiedono anche che siano rese disponibili informazioni sui sintomi associati ai picchi di inquinamento e sui rischi per la salute correlati a ciascun inquinante. E, ancora, i cittadini la cui salute è danneggiata dovrebbero avere diritto a un risarcimento, in caso di violazione delle nuove norme

Il testo approvato dall’Europarlamento sottolinea, tra l’altro, la necessità di aumentare il numero di punti di campionamento della qualità dell’aria nelle città. Gli indici, inoltre, dovrebbero diventare omogenei e comparabili nei diversi Stati, ed essere chiari e accessibili, per mettere in condizione i cittadini di sapere quando proteggersi, in caso di alto livello di inquinamento atmosferico. Gli eurodeputati chiedono anche che siano rese disponibili informazioni sui sintomi associati ai picchi di inquinamento e sui rischi per la salute correlati a ciascun inquinante. E, ancora, i cittadini la cui salute è danneggiata dovrebbero avere diritto a un risarcimento, in caso di violazione delle nuove norme.

«Le politiche contro l’inquinamento, in Lombardia e in Pianura Padana, sono prima di tutto a vantaggio della salute umana. Tuteliamo l’ambiente con dentro l’uomo», riprende Di Simine, rispondendo a chi attacca gli ambientalisti con la motivazione che difenderebbero la natura senza pensare agli esseri umani. «In questi anni, sono stati raggiunti risultati importanti, grazie a misure quali la messa al bando dell’olio combustibile in Lombardia, nell’era Formigoni. Ma è stata soprattutto l’introduzione di normative nazionali e comunitarie a portare alla riduzione delle emissioni industriali e civili e alla sostituzione degli autoveicoli. Siamo però molto lontani dagli obiettivi dell’Oms».

Il testo approvato dall’Europarlamento ha risposto alle pressioni lombarde lasciando la possibilità, per le regioni con vincoli orografici, come quelle del Nord Italia, di ottenere una deroga di cinque anni una tantum. Ma dovrà essere motivata

Il testo approvato dall’Europarlamento ha risposto alle pressioni lombarde lasciando la possibilità, per le regioni con vincoli orografici, come quelle del Nord Italia, di ottenere una deroga di cinque anni una tantum. «Ma dovranno motivarla», precisa Di Simine, «e dotarsi di un piano per ridurre le concentrazioni atmosferiche dei diversi inquinanti». A rendere la Pianura Padana un luogo problematico sono diversi fattori: il primo è la mancanza di vento, per la presenza delle Alpi che ostacolano l’arrivo delle correnti atlantiche. Inoltre, morfologicamente, la Pianura Padana è una grande valle e, come ogni valle, è caratterizzata dall’inversione termica: d’inverno, in basso si forma uno strato di aria fredda, dove restano intrappolati gli inquinanti. D’estate, il problema invece è l’ozono, a causa della carenza di venti e dell’intensità della radiazione solare. 

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«Di fronte a un quadro così grave, dovremmo impegnarci moltissimo per migliorare le condizioni dell’aria che respiriamo. Ma non accade», prosegue Di Simine. «Mancano misure efficaci per la mobilità collettiva e la ciclabilità nelle città, oltre che per rendere più sostenibile ed efficiente il trasporto delle merci, che coinvolge il maggior numero di veicoli diesel, i più inquinanti. Nella Pianura Padana, che ha l’ambizione di diventare la principale piattaforma logistica per il Sud dell’Europa, manca una pianificazione adeguata. La politica è assente». Infine c’è la questione delle emissioni legate agli allevamenti intensivi. «Non viene quasi considerata, se non in termini di malessere animale, ma in ballo c’è anche la salute umana. La Lombardia, assieme all’Olanda, ospita il maggior numero di animali in Europa. È un tema tabù, come se il made in Italy fosse una questione di quantità e non di qualità. In Olanda, dove c’è un problema di inquinamento delle acque, almeno, hanno avviato una discussione pubblica sulla necessità di ridurre il numero di capi allevati».

Foto di Zabala Trusido/Pexels

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