Politica

L’Europa ha bisogno della Grecia e della volontà popolare

Gli economisti Giulio Sapelli e Leonardo Becchetti, pur con visioni differenti, sono d'accordo su una cosa: un accordo sulla Grecia si troverà perché a nessuno conviene lo strappo

di Lorenzo Maria Alvaro

In Spagna si afferma Podemos ma cresce anche il fenomeno Ciudadanos, in Polonia vince Duda, euroscettico nazionalista. Un quadro, dopo la vittoria di Tsipras in Grecia e la crescita di Grillo in Italia che tutti i commentatori riassumono come lo scollamento tra la volontà popolare dei popoli europei e la politica economica dell'Unione. Nel frattempo continua il braccio di ferro tra Grecia e Germania sulla ristrutturazione del debito ellenico. Ecco il punto degli economisti Giulio Sapelli e Leonardo Becchetti.


«Tutto quello che sta accadendo in Europa sta accadendo grazie a Tsipras. La politica europea è fatta dai tecnici. Tsipras invece ha dimostrato che l'Europa ha bisogno della volontà popolare e ha dimostrato che questa Europa federale è catastrofica. I greci dicono al mondo e all'Unionen che vogliono un'Europa confederale cioè che abbia sì una moneta unica ma che rispetti le autonomie nazionali. In questo il ruolo del leader greco è stato molto importante. Su quello che capita nei paesi europei c'è molta confusione. Quello che è successo in Polonia è normale. Ha vinto un partito profondamente polacco. La verà novità, oltre a Podemos, è Ciudadanos. Il partito della borghesia catalana che non vuole la scissione dalla Spagna e vuole sostituire in prospettiva il Partito Popolare. In Spagna sta avvenendo un avvicendamento ai partiti storici sulla scia di quello che ha fatto Tsipras in Grecia. Oggi assistiamo a questo braccio di ferro ma nessuno crede veramente che si possa permettere l'uscita della Grecia dall'Euro. Questo perchè si tratta complessivamente di un debito modesto, soprattutto se paragonato al danno che un uscita dall'Europa comporterebbe. Il motivo di questa opposizione alla ristrutturazione del debito rispodne a due esigenze. La prima è che i tecnocrati europei non possono rimangiarsi la politica che hanno fatto per 20 anni. Dall'altra il fatto che è sempre più chiaro come non esista un Europa ver ama un quarto reicht tedesco. La tragedia che si ripete nella storia».

«Quello greco è solo un problema politico. Si sa benissimo che la Grecia non può pagare. Si tratta di farle un condono e darle il tempo di ripartire. Il problema è che più tarda questo accordo più la situazione rischia di scoppiare. Nessuno vuole la rottura che sarebbe dannosa per tutti. Devono solo mettersi d’accordo sulle fette della torta. Speriamo facciano in fretta. La cosa preoccupante è questo testa a testa. Giocano a chi si scansa per primo. Ma sono convinto che un accordo si troverà. La principale critica all'accordo è che, una volta stabilito un precedente, anche altri paesi si sentano in diritto di poter chiedere trattamenti di favore. Ma sarebbe come dire che il soccorso stradale gratuito spinga gli automobilisti a lanciarsi con la macchina contro i muri. non è così. Nessun paese passerebbe mai volontariamente attraverso le forche caudine che ha dovuto affrontare la Grecia»

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