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L’Europa dà ragione a Briatore

No definitivo della Corte di giustizia alla tassa sul lusso sarda che aveva fatto infuriare i vip

di Gabriella Meroni

L’imposta regionale sarda sullo scalo turistico degli aeromobili e delle imbarcazioni per chi ha il domicilio fiscale al di fuori della Regione «viola il diritto comunitario». A stabilirlo definitivamente oggi è la sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee. «Essa è in contrasto con il principio della libera prestazione dei servizi e costituisce un aiuto di Stato», dicono i giudici del Lussemburgo.

A introdurre nel 2006 quella che venne poi definita la “tassa sul lusso” era stata la giunta regionale guidata da Renato Soru con una legge tributaria con cui si era disposta una imposta regionale sullo scalo turistico degli aeromobili adibiti al trasporto privato di persone nonché delle imbarcazioni da diporto di lunghezza superiore ai 14 metri. Secondo i giudici, dunque, la norma è in contrasto con il principio della libera prestazione dei servizi perché «anche se l’imposta sugli aeromobili non riguarda le prestazioni di trasporto, ciò non implica che essa sia priva di qualsiasi nesso con la libera prestazione dei servizi. Infatti, sebbene, in via di principio, la nozione di “servizi” si applichi soltanto a quelli che sono resi dietro remunerazione, essa include anche la libertà dei destinatari dei servizi di recarsi nello Stato membro nel quale si trova il prestatore per beneficiarvi di una pluralità di servizi (quali quelli forniti negli aerodromi e nei porti). In questo senso – prosegue la sentenza – lo scalo, fatto generatore dell’imposta, costituisce quindi un presupposto necessario per la fruizione dei servizi diversi da quello reso senza remunerazione».

La decisione ha provocato reazioni entusiaste da parte del PdL sardo, la cui giunta ha abrogato la tassa introdotta da Soru. «Quello della Corte europea è un pronunciamento atteso che conferma ancora una volta quanto fosse giusta e necessaria la strenua opposizione fatta dal centrodestra contro le imposte regionali sul turismo», ha dichiarato il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale della Sardegna, Mario Diana. «Quella voluta da Soru è stata un’operazione irresponsabile, mossa unicamente da motivazioni ideologiche e di marketing elettorale».

All’epoca dell’introduzione della tassa, nel 2006, molti vip che trascorrono abitualmente l’estate in Sardegna avevano alzato la voce contro la decisione della giunta. Tra tutti il più battagliero fu Flavio Briatore, patron del Billionaire, che diede addirittura il via a una campagna di inserzioni sui giornali locali e nazionali per far sapere quanto la tassa fosse a suo parere «ingiusta e punitiva». «Penalizza gravemente il turismo sardo», disse Briatore, che organizzò anche una festa nel suo locale per sensibilizzare i turisti contro i provvedimenti di Soru.


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