Welfare

Lettere da Casal del Marmo: “Dateci un’alternativa”

Due testimonianza tratte da "Garçon", fonte di conoscenza del mondo dei minori che finiscono in carcere.

di Ornella Favero

Dei minori che commettono reati si parla tanto ultimamente, ma se c?è una colpa chiara e precisa degli adulti è quella di parlare spesso senza saper ascoltare i ragazzi, di non riuscire a far raccontare direttamente a loro il disagio che vivono. Nell?Istituto penale minorile di Casal del Marmo, qualche adulto coraggioso ha scelto invece di dar voce proprio a questi ragazzi su un giornale che si chiama Garçon, e che è la nostra fonte migliore di conoscenza del mondo dei minori che finiscono in carcere. Le due storie di vita che seguono sono ?oneste? nella loro sincerità, e ci pongono con forza una domanda: siamo in grado di offrire a questi ragazzi una qualche alternativa?
Ornella Favero (ornif@iol.it)

Anche se sto in carcere io riesco a fare passare le giornate pensando che chi sbaglia deve pagare e poiché io ho sbagliato devo farmi il carcere. Meno male che tra un po? uscirò ma, secondo me, io tornerò a rubare perché il carcere per me non ha senso. Se sei sempre stato un ladro, il carcere non ti dà niente per farti cambiare. Certo non è che appena uscito ritornerò a rubare subito, aspetterò un po? di tempo che passa perché ho paura. Dopo un anno che sei stato detenuto solo a pensare di rifare quello che hai fatto ti fa paura. Stare in carcere è per fortuna un momento che passa, perché tu sai che verrà il giorno in cui devi uscire. La voglia di lasciare la cella, le mura, le porte blindate è tanto forte che non puoi dire che il carcere serve, almeno come è il carcere adesso. Passi i migliori anni della tua vita in un posto che ti punisce perché ti fa soffrire, ma non ti guarisce. Anche perché quando ne sei uscito non ti resta dentro niente che ti può aiutare a pensare di cambiare vita. E poi fuori ritrovi la stessa situazione di prima e allora che fai? Ritorni al tuo mestiere.
Dejan

Sono un emigrato venuto per lavorare perché avevo bisogno di soldi, però non ho lavorato perché volevo fare soldi facili, e invece neanche soldi facili ho fatto. Sto in galera da tre anni circa: i soldi non li ho visti per niente, invece mi sono perso tre anni di vita. A volte certi emigrati sono costretti a fare i delinquenti perché senza permesso di soggiorno non possono trovare un lavoro, una casa, se non in nero, e per forza vanno a rubare oppure a spacciare. Lo sai cosa dico ai cittadini italiani, che chi viene emigrato qua, sicuramente viene perché ha bisogno di soldi, per creare una famiglia migliore, non viene a fare male a nessuno. Vuole soldi ma non vuole fare male a nessuno, ma purtroppo quello che è rimasto è solo il delinquente, io dico però che anche se ti metti a cercare un lavoro, neanche lo trovi.
Armando

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