Famiglia

Lettera aperta a Bruno Vespa

Riceviamo dalla Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo Celso ed Anna Frascali, e pubblichiamo, lo sfogo di don Ulisse, dopo la puntata di Porta a Porta sui minori del 15 novembre

di Paolo Manzo

Gent.mo dott. Vespa,
ho seguito ieri sera la trasmissione “Porta a Porta” da Lei condotta. Non vorrei esprimere dei giudizi sulle singole persone che erano presenti e sui
contenuti dei loro discorsi perché potrebbe essere antipatico ed increscioso.

Mi sento in dovere di rispettare le opinioni del nostro prossimo ed eventualmente se ci fosse qualcosa che non si approva cercare di giungere ad un dialogo per trovare una soluzione di sicurezza sui problemi dibattuti.

Le mie riflessioni in seguito al dibattito di ieri sera mi hanno portato a considerare in una maniera precisa e chiara la situazione dei giovani. Le loro incertezze, le loro ansie, le loro paure sono determinate a mio avviso dal travaglio sociale nel quale sono costretti a vivere.

Le condizioni di incertezza che particolarmente si evidenziano nei giovani troppo spesso sono anche nelle famiglie, in particolare se sono genitori seri ed attenti ai problemi dei figli, per le incertezze che aspettano i ragazzi che dovranno inserirsi in una società così dissestata.

E’ facile comprendere come un padre possa diventare un padre padrone considerando le problematiche del futuro di suo figlio. Vogliamo fare delle considerazioni? Il condizionamento provocato dall’accumulo del danaro e dalla speculazione come fine principale per trovare una dignità di vita sta destabilizzando in maniera impressionante l’equilibrio psicologico degli adolescenti.

Presentare dei personaggi che giocando e divertendosi guadagnano miliardi (es: calciatori) provoca certamente degli squilibri psicologici nel giovane. Se poi consideriamo un padre che ha un figlio di 11-12 anni che manifesta attitudini particolari a calciare, questo padre si vede involontariamente trasformato in un despota, perché, pensando di fare l’interesse del figlio lo costringe a dei comportamenti non sempre corrispondenti alle sue necessità di autonomia.

E’ sinonimo di leggerezza e superficialità oggi voler giudicare fatti antipatici ed incresciosi e alle volte anche gravemente deleteri, compiuti da un giovane senza una profonda analisi delle cause molto spesso radicate nell’infanzia del bambino che lo hanno portato a certi reati.

Non vorrei apparire troppo leggero nelle mie considerazioni, ma ritengo che oggi per vedere uno spiraglio di pace e serenità in questo mondo travagliato, sia importante aiutare l’uomo nella sua autogestione comportamentale. La sua formazione è basata sul fargli prendere coscienza ed impegno di una sua razionalità antropologica che lo renderebbe sicuro di se e persona seria ed onesta.

Non credo sia sufficiente per essere un bravo cittadino volerlo costringere ad essere osservante di leggi che non sempre gli sono chiare e alle volte non rispondenti alle esigenze della sopravvivenza di ogni essere umano.

Mi scusi dott. Vespa se mi sono permesso a tanto: non sono stato spinto da una rivalità ma dal desiderio che anche nel mondo dell’informazione si cerchi di essere più puntuali per favorire crescita e maturazione dell’individuo.

Con ossequi.
don Ulisse Frascali

Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo Celso ed Anna Frascali
via 56 Martiri 79
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tel. 0544-61083
fax. 0544/61379

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