Mondo
Lettera a Berlusconi delle ong italiane
"No a reazioni che pensano di affidare alla violenza ed alla guerra la ripresa del cammino per un futuro di pace e di convivenza civile"
di Redazione
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Silvio Berlusconi
c.a. Al Ministro degli Esteri
Ai Presidenti di Camera e Senato
Ai Membri delle Commissioni Esteri di Camera e Senato
Ai Membri delle Commissioni Difesa di Camera e Senato
Signor Presidente del Consiglio
Le 164 Organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale aderenti alla ?Associazione ONG Italiane? che ho l?onore di presiedere, si uniscono alla condanna senza riserve per l?attacco terroristico dello scorso 11 settembre contro la popolazione di New York e contro tutti noi cittadini del mondo.
La solidarietà con le vittime ed i loro famigliari, nonché con il popolo degli Stati Uniti di America è sentimento che muove da tutti noi singolarmente e da tutte le nostre associazioni.
In questi giorni la comunità internazionale è chiamata ad assumere scelte difficili che in ogni modo sono destinate ad influire profondamente sul futuro della convivenza sul nostro pianeta.
Il nostro appello è chiaro: temiamo che il dolore e l?oltraggio subiti diano adito a reazioni che pensano di affidare alla violenza ed alla guerra la ripresa del cammino per un futuro di pace e di convivenza civile. Siamo contrari a che si faccia ricorso ad atti di guerra con il rischio di colpire intere popolazioni civili. In troppe occasioni, nei Paesi del Sud del mondo dove lavoriamo con i nostri volontari e nei nostri progetti di sviluppo, siamo stati testimoni diretti di come la violenza e le vendette ingenerano inevitabilmente altra violenza e nuove guerre, e di come queste possano protrarsi per tempi incalcolabili e causare drammi inestimabili.
Occorre con responsabilità ed obiettività ragionare sulle cause di tute le guerre e di tutte le forme di violenza connesse con il processo di globalizzazione in atto. Anziché dichiarare guerra ad una parte dell?umanità, l?Occidente si deve interrogare se questo modello di globalizzazione sia la soluzione per garantire a tutti i popoli uno sviluppo stabile ed una convivenza pacifica.
Le nostre ONG hanno sempre lavorato nella coscienza che la cooperazione internazionale e l?educazione alla mondialità siano gli strumenti privilegiati per il raggiungimento della pace, oggi più che mai unica soluzione possibile per il futuro dell?intera umanità.
Allo stesso modo, le nostre ONG si sono da sempre adoperate per una maggior giustizia sociale; ed il concetto di giustizia impone anche l?individuazione delle colpevolezze e la loro persecuzione, nel rispetto del diritto internazionale, ovunque essi avvengano.
Comprendiamo la necessità di incrementare e rendere più efficace la lotta la terrorismo iniziando da una rapida individuazione dei colpevoli dell?attentato di New York.
L?azione contro il terrorismo, però, deve essere accompagnata da una nuova volontà politica della comunità internazionale per garantire a tutti, ed in particolare a quel miliardo e 300mila poveri costretti a condizioni di vita di estrema povertà, l?accesso al cibo, all?acqua potabile, ai farmaci essenziali.
Signor Presidente, è con questi sentimenti che ci rivolgiamo a Lei per chiederLe di fare tutto quanto in suo potere, anche in sede internazionale, per scongiurare ed allontanare il rischio che azioni di guerra e vendette militari alimentino una spirale di violenze e di conflitti nel prossimo futuro.
Da parte nostra le assicuriamo un rinnovato impegno ad educare ed a formare uomini e donne di pace, a contribuire con i nostri progetti di solidarietà e di cooperazione internazionale alla costruzione di una convivenza fondata sulla giustizia, a rafforzare il ruolo delle organizzazioni delle Nazioni Unite per prevenire i conflitti e risolverli nella pace.
Signor Presidente ci aiuti, faccia il possibile perché il già difficile cammino verso un futuro migliore per tutti gli uomini e le donne del pianeta non diventi ancora più scosceso.
Grazie a nome nostro e di tutti gli uomini di buona volontà con i quali lavoriamo in ogni angolo del pianeta.
Il Presidente
Sergio Marelli
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