E’ legge. Con ieri, 13 dicembre 2013, pare chiudersi la stagione – lunga – del finanziamento pubblico ai partiti e di tutte le sue discusse sottoforme. Così, con ieri si è aperta ufficialmente la stagione del fundraising per la politica e, con essa, assume contorni più definiti la figura del fundraiser per la politica.
Nell’arco di poco tempo (ma pensa un po’, allora si può fare!) tutto è stato incasellato e confezionato: dal 2 x 1000 alla detraibilità fiscale; dall’sms ai lasciti testamentari. Insomma, un compendio facile facile e pronto all’uso a disposizione del professionista che abbia voglia di spendersi in questo campo emergente e decisamente interessante.
Bene, dirai! Certo, dirò. Ma…
DAL PUNTO DI VISTA DEL MARKETING. D’ora in poi, i partiti politici si muoveranno sullo stesso terreno di gioco degli altri attori del Terzo settore entrando, a tutti gli effetti, in diretta competizione con essi.
DAL PUNTO DI VISTA DELLA COMUNICAZIONE. A differenza di questi ultimi, essi sapranno destreggiarsi con maggiore scaltrezza tra i meandri di una burocrazia pubblica da cui nascono e le cui dinamiche e linguaggi sono loro particolarmente familiari.
DAL PUNTO DI VISTA DELLA RACCOLTA FONDI. La politica attingerà, di fatto, a un mercato, quello delle donazioni, viziato dall’opportunismo fiscale: sarà infatti più utile donare a un partito piuttosto che a una onlus. Se questo ragionamento ha poca importanza nei piccoli numeri, quando fiducia e legame personale fanno la differenza, non si potrà dire lo stesso in caso di grandi capitali in cui la differenza il più delle volte la fa la motivazione fiscale. Inutile raccontarsela.
Un boccone amaro da mandare giù e tanti gli aspetti da chiarire di una decreto promulgato di venerdì 13. Alla faccia dei superstiziosi.
Non entrerò nel merito di quanto sia scandaloso che, ancora una volta, il nonprofit sia stato preso in giro da una politica irrispettosa e alquanto creativa. Per questo, rimando a Riccardo Bonacina che fa un’analisi lucida, puntuale e smaliziata proprio qui. Ingenuo aspettarsi dal Governo un ridimensionamento delle pretese: se sei abituato al 5 stelle extralusso, un 3 stelle ti apparirà sempre un insulto, per quanto delizioso possa essere. Mi fermo quindi ad analizzare l’opportunità per la categoria. Ecco cosa penso: non c’è dubbio che andranno ad aprirsi nuovi profili con identità distinte. Una domanda di lavoro maggiore che richiederà risposte competenti con un linguaggio, una formazione e un taglio specifici. Ne avevamo parlato qualche tempo fa proprio sulle pagine di questo blog. Ma c’è di più e potrebbe trasformarsi in un’opportunità da cogliere: il primo passo verso il riconoscimento effettivo e allargato della figura del fundraiser.
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